martedì 17 novembre 2015

Xera, la ragazza con la spada (pag.186)

I ragazzi furono scortati da Hillin sino a un’ala sconosciuta della dimora; per loro non era insolito scoprire sempre nuovi dettagli di quella casa così misteriosa e per il trio fu perciò ancor più emozionante affrontare quella traversata, considerandola forse l’ultima di una lunga serie.
Quando Hillin spalancò le porte che nascondevano il lungo corridoio, si materializzò un tappeto dorato sul pavimento, mentre le candele fissate alle pareti s’illuminarono, proiettando una festa di luci e ombre che servì a rasserenare gli animi in fermento. Enormi quadri di diverse dimensioni adornavano i muri sino all’altro capo del corridoio, i cui scenari permisero alle giovani leve di poter contemplare luoghi mai visti o anche solo immaginati. <<State attenti marmocchi>> li ammonì la donna <<Se fissate questi dipinti troppo a lungo, potreste perdere il senno>>. Elesya rabbrividì e la donna sorrise <<Passa il tempo ma alla fine restate sempre dei marmocchi spaventati>> aggiunse, portando una ciocca dei suoi capelli corvini dietro l’orecchio.
Reilhan alzò gli occhi al cielo e solo in quel frangente si rese conto che sul soffitto era dipinta la volta celeste; non poté così fare a meno di rimirare le stelle, che all'improvviso parvero brillare di luce propria. Quell’attimo distrazione però, gli impedì di guardare avanti e inevitabilmente si ritrovò a urtare le spalle della guerriera, facendole perciò perdere l’equilibrio.
Soltanto dopo averle cinto i fianchi, fu certo di averla salvata da una ridicola caduta.

Il profumo dei suoi capelli gli diede una scarica dritta al cuore, riportandolo alla realtà circa la loro prossima separazione. Accadde tutto in pochi secondi e subito il clima sereno divenne cupo e triste, almeno per il curatore. Xera si separò dolcemente dall’abbraccio dell’amico, preferì non voltarsi per non mostrare il rossore delle sue gote, ma allo stesso tempo desiderò poter rimanere accanto a lui ancora un po’. Non erano pensieri che Xera era solita fare, ma con la cerimonia di addio in procinto, fu inevitabile per lei sentirsi malinconica.
Elesya mantenne il silenzio fino a che non afferrò i due amici per mano e li condusse vicino al grande portone che li separava da Murdar. 
Lo scrutarono a lungo in attesa che si aprisse, ma non accadde nulla e l’uscio continuò a sbarrare loro la strada. <<Che cosa succede?>> chiese il Novizio, <<Dovrei essere io a porvi questa domanda>> ribatté Hillin infastidita. <<Non capisco>> aggiunse la guerriera incrociando le braccia. <<Se la porta resta chiusa è per colpa vostra>> spiegò, <<è probabile che qualcuno di voi non desideri abbandonare l’isola>>. Xera spalancò gli occhi e prese a fissare Elesya, ricordando i dubbi espressi poco prima <<Pensavo ti fossi convinta!>> affermò, addolcendo il tono della voce e la giovane maga iniziò a scuotere il capo. 


<<Non sono io ad avere dubbi. Le vostre parole mi hanno incoraggiata e ora anch’io desidero prendere il largo>> si giustificò la fanciulla. <<Rei … sei tu dunque>> asserì quindi Xera, volgendo lo sguardo su di lui ma allo stesso tempo distogliendolo prima che i loro occhi potessero incrociarsi. <<Non ne sono sicuro>> rispose il ragazzo. <<Ho il desiderio di abbandonare Horsia, di questo sono certo ma in egual misura e in maniera del tutto irrazionale, vorrei poterci restare … o almeno credo>> tentò di spiegare loro, indugiando gli occhi su Xera. <<A meno che …>> lo interruppe Hillin <<Non sia la rossa a non voler proseguire e vi stesse solo prendendo in giro>>. Xera la fulminò con lo sguardo; sapeva che la donna covasse ancora del rancore nei suoi confronti, ma essere accusata dinanzi ai suoi compagni la fece arrabbiare. <<Non è vero. Io non vedo l’ora di abbandonare questa maledetta isola. Per me sarà soltanto motivo di gioia vederla sparire dal ponte della nave>> disse allora in preda all'ira e alla frustrazione. <<Davvero?>> ribatté Reilhan stizzito <<Siamo tutti d’accordo dunque, non c’è altro da aggiungere>> asserì fissando il portone con sguardo serio. <<Rei … non volevo dire che …>>, ma la guerriera non ebbe modo di terminare la frase, poiché il portone finalmente si spalancò. <<Era ora! Se non si fosse aperto, la vostra permanenza sull’isola si sarebbe prolungata. Diciamo che quest’uscio è una sorta di giudizio finale che mette alla prova le menti e i cuori di chi lo varca>> spiegò la donna, indicandogli la strada. <<Non ci accompagni?>> domandò Elesya incuriosita dal comportamento di Hillin, <<Non credo signorina, questa stanza la detesto>> ribatté stizzita e senza aggiungere altro li abbandonò al loro destino. 

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