martedì 10 novembre 2015

Xera, la ragazza con la spada (pag.185)

Ogni fagotto conteneva un abito finemente cucito a mano da Aldaria. Elesya apprezzò i ricami del suo vestito azzurro come il cielo e non vide l’ora di poterlo indossare. Xera invece ammirò la praticità del suo completo scarlatto, che le avrebbe risaltato la capigliatura e infine Reilhan con la sua nuova tunica verde di velluto, adornata da finiture d’argento, che indossò senza indugio. I tre ragazzi percepirono una nuova atmosfera con indosso quelle vesti, come se un nuovo capitolo della loro vita stesse per iniziare, anche se questo avrebbe comportato notevoli cambiamenti. Xera appuntò la cintola che custodiva Rhinvel alla vita e indossò Divaahr sull’anulare della mano sinistra; Elesya impugnò Vheles e Reilhan assicurò il suo Maglio sulla schiena. Le bisacce, ormai logore, furono lasciate da parte, fatta eccezione per il contenuto. La guerriera si accertò, infatti, di avere con sé i doni di Chundra e lo stesso fu per i due compagni. Prima di abbandonare lo studio di Murdar però, Reilhan chiese loro di attendere qualche altro minuto.
<<Se ci è stato chiesto di indossare degli abiti da cerimonia, di un tessuto diverso dal solito per giunta, vuol dire soltanto una cosa. Il nostro percorso su Horsia è concluso e così la competizione che ci ha unito in un sol gruppo. Ammetto che in diverse occasioni ho pensato di aver scelto delle persone totalmente pazze e a volte mi sono altresì chiesto se sarei stato una buona guida per voi, ora però che vi osservo accanto a me … Non voglio sprecare il fiato con inutili smancerie, tuttavia devo confessare che non avrei potuto desiderare compagne migliori per il mio viaggio>>. 

Le due fanciulle arrossirono, ma Xera interruppe subito il discorso schiarendosi la voce e incrociando le braccia <<Ammetto che il nostro incontro non sia stato dei migliori; come potrei dimenticare i tuoi goffi tentativi di farti bello ai nostri occhi. Sarei però una bugiarda se negassi quanto il tuo aiuto mi sia stato d’esempio e credo fermamente che senza di te, adesso non sarei qui>>. Xera voltò il capo e fissò la fidata amica negli occhi: <<Elesya, la tua forza d’animo si è temprata man mano che la sorte ha voluto giocare con le nostre vite e quando infine la mia esistenza è stata sconvolta, quando pensavo che tutti mi avrebbero abbandonato, le tue parole mi hanno incoraggiato e il tuo affetto mi ha ridato la speranza. Non ho mai avuto molti amici, eppure sento che di migliori al mondo non ce ne siano>>. 
La giovane maga chinò il capo per nascondere gli occhi lucidi. I suoi pensieri erano confusi e il suo cuore le doleva in maniera indicibile. Sapeva, infatti, che abbandonare Horsia avrebbe significato anche allontanarsi dai suoi compagni, ormai una famiglia per lei e l'idea di tornare a essere sola, le faceva maledire l’imminente cerimonia d’addio. <<Vorrei che non ci separassimo mai. Vorrei che il tempo da vivere insieme fosse infinito. Mi piacerebbe gioire in questo momento, considerando il dolore provato sull’isola … ma non posso dimenticare la felicità che ha anche saputo donare. L’avervi incontrato mi ha cambiato la vita, in meglio naturalmente e tutto questo è stato possibile solo grazie ad Horsia e alla competizione di Murdar. Non sono contenta di abbandonare tutto, per cosa poi … frequentare un’accademia in cui tornerò ad essere sola. Non voglio!>>. 


Le parole della ragazza colpirono i due compagni e per Xera fu naturale circondarla con un caloroso abbraccio. <<Andiamo Ely, non mi dire che te la stai facendo sotto! Pensavo fossi diventata una combattente>> la incitò il Novizio, <<Inoltre le nostre accademie sono vicine e per me ci vorrà davvero poco per raggiungerti, soprattutto se consideri che la nostra formazione potrebbe incrociarsi>> aggiunse facendole un occhiolino. Elesya però non si sentì tranquillizzata da quel discorso e alzando lo sguardo, iniziò a fissare Xera. <<Tu invece sarai molto lontana, un intero continente ci separerà>> lamentò, stringendosi all’amica e per un attimo, a Xera, sembrò di essere tornata indietro nel tempo. Senza rendersene conto allora incominciò a ridere di gusto, confondendo non poco i due amici. <<Non temete, non sono impazzita. È che all’improvviso la mia mente mi ha riportato indietro di un anno, allorquando Ely si stringeva al mio braccio, piagnucolando per ogni singola cosa>>. Elesya si distaccò dall’amica, la osservò e dopo qualche secondo sorrise di conseguenza. <<Sono una sciocca>> ammise, asciugandosi le lacrime. <<Nulla mi terrà lontana da voi>> disse Xera, facendosi subito seria. <<Il nostro legame è stato forgiato dalle avventure che abbiamo vissuto insieme e non sarà la distanza a interferire con esso. È vero saremo distanti, eppure con il cuore non ci separeremo mai>>. <<Ben detto Testa Calda!>> la assecondò il Novizio che tendendo una mano, le invitò a imitarlo. <<Facciamo un patto solenne: promettiamo che niente e nessuno riuscirà a spezzare il vincolo che ci unisce. Promettiamo che nessuna avversità offuscherà l’affetto che ci lega. Infine, promettiamo che qualunque cosa accada, ogni anno ci incontreremo per riconfermare il nostro voto>>. 

Le due ragazze annuirono e nel momento in cui la promessa fu pronunciata, un simbolo apparve nella zona interna del loro polso. Sulla pelle, infatti, si era impressa una parte di una runa, che aveva suggellato il voto espresso. <<La nostra promessa è stata benedetta dalla magia e questo simbolo ci ricorderà che per essere completi, dobbiamo restare uniti. Tra un anno, quando sarà quasi svanito, lo rieseguiremo e così per il resto dei nostri giorni>> spiegò il Novizio. Elesya ammirò quel simbolo come fosse un prezioso tesoro e finalmente il suo cuore si sentì pronto per affrontare la separazione. <<Ora però è il momento di andare. Se indugiassimo troppo Murdar potrebbe cambiare idea>> le prese in giro il curatore. Il trio allora, abbandonò le stanze del saggio e quando la porta si chiuse alle loro spalle, ebbero la certezza che per lungo tempo non vi avrebbero più fatto ritorno. 

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