martedì 27 ottobre 2015

Xera, la ragazza con la spada (pag.183)

<<Come ho già detto, quell’uomo mi aiutò a trasportare le creature sull’isola, ma se solo avessi saputo le sue vere intenzioni … sono stato avventato e alcuni ne hanno pagato le conseguenze>>. I tre ragazzi preferirono non interrompere la confessione del saggio, vedendo quanto quei ricordi fossero dolorosi per lui. Il suo volto si rabbuiò e le fiamme del camino iniziarono ad assumere un colore spento. La stanza si fece più fredda, poiché il fuoco aveva smesso di produrre calore. <<La magia della famiglia Tholescu era antica e consentiva ai suoi discendenti di scrutare passato, presente e futuro. Il loro sangue inoltre gli permetteva di varcare il confine tra la vita e la morte e creare così un contatto diretto con coloro che, ormai da tempo, avevano abbandonato il mondo terreno. Vi lascio quindi immaginare quanto fossero decisivi i loro interventi per decretare la fine di una disputa o determinare l’esito di una guerra. I loro poteri erano bramati da tutti i maggiori esponenti del mondo magico e non solo, perciò non era insolito vederli anche alle più importanti riunioni del Concilio>>. Elesya corrugò le sopracciglia <<Ma non erano segrete?>> domandò con un filo di voce. Murdar annuì e poi sospirò <<Quando si è in situazioni disperate, persino le regole più rigide possono essere ignorate. La loro magia tuttavia, non gli permise di ambire a incarichi più importanti, poiché nessuno avrebbe concesso loro più potere di quanto non ne avessero già. Ecco perché, pian piano, iniziarono a centellinare il loro supporto e a chiedere persino un lauto compenso in cambio del loro intervento; oltre che a non far più discriminazioni tra nemici e amici>>. 

Reilhan scosse il capo in segno di disappunto ma non disse nulla, piuttosto preferì ascoltare il resto del racconto. <<Furono esiliati dalle Capitali nel momento in cui le loro informazioni consentirono, a degli invasori, di oltrepassare le difese di Thesla. Ci furono molti feriti e innumerevoli morti a causa loro, tra cui … l’unico figlio di Kiem>>. Xera si sollevò dal divano per lo stupore <<Com’è possibile allora che collaborasse con quella donna?>> Murdar però le accarezzò il viso e la invitò ad accomodarsi <<Tutto a suo tempo bambina>>. <<Il mio vecchio amico ne fu sconvolto a tal punto da rinunciare a tutto per potersi vendicare e spinto da quell'insano desiderio, inseguì la famiglia per molti anni, ma con scarsi risultati. Non era un assassino e con il tempo la rabbia che covava nel cuore svanì o almeno così pensavo>>. L’uomo si accasciò sulla poltrona dinanzi al divano; era esausto e le sue rughe si fecero ancora più profonde. <<Kiem, dopo alcuni anni, perse anche sua moglie a causa di una malattia e ormai solo, si dedicò al suo lavoro e a nient’altro. La famiglia Tholescu tuttavia non si sentì mai al sicuro e così stanchi di scappare, decisero che i loro poteri dovessero evolvere. Ogni magia però ha il suo prezzo e persino una famiglia tanto potente dovette sottostare a questa legge>>. Reilhan si grattò la barbetta sul mento, i piccoli tasselli nella sua mente iniziarono man mano a congiungersi l’uno con l’altro. 

<<I loro poteri gli consentivano già di comunicare con le anime del regno eterno, immaginate allora quale potere avrebbero generato, se fossero stati in grado di imbrigliare quelle anime e utilizzarle appunto come armi>>. Xera si passò una mano tra i capelli ed esclamò: <<Quelle carte …>> fece una breve pausa e Murdar annuì <<Si bambina, quelle carte erano il modo che la famiglia Tholescu aveva escogitato per utilizzare le anime>>. Il saggio si accomodò accanto ai tre ragazzi per poterli guardare negli occhi <<Una magia tanto oscura, spegne il cuore di chi la utilizza e alla fine trasforma l’uomo in un involucro senza anima: questo è il prezzo da pagare per un simile potere. Affinché però si possa adoperare, le carte devono essere fuse con un oggetto appartenuto all’anima quando era ancora in vita o persino una parte del suo vecchio corpo. Immaginate ora cosa potesse rappresentare per quella famiglia, un’intera isola gremita di creature potenti e pericolose. L’avrebbero resa una sorta di dispensa magica, cui attingere quando qualcuno li avesse minacciati; poco importava se le creature sarebbero morte, tanto non erano gradite a nessuno>>. Murdar si schiarì la voce e subito dopo sorseggiò la bevanda ormai fredda, per inumidirsi le labbra e la gola, <<Come hai fatto a scoprire le loro intenzioni?>> domandò Xera. <<Qualcuno mi avvertì, qualcuno che faceva parte di quella famiglia ma che non ne condivideva le scelte: la sorella maggiore di Thue Tholescu, che voi conoscete con l’appellativo di Madame Taròt>>

I tre ragazzi restarono a bocca aperta, <<Il suo nome era Illiahl, la ragazza più bella e generosa che avessi mai incontrato. I suoi capelli erano rossi come il fuoco e gli occhi più azzurri del cielo. Secondo le loro leggi, avrebbe sposato il successivo capo famiglia, un uomo senza scrupoli il cui unico pensiero era il potere. Al contempo però era la persona che più di tutte aveva ereditato i poteri della famiglia e per questo si rivelò fondamentale che la fanciulla abbracciasse la magia d’evocazione al più presto. Illiahl tuttavia aveva un cuore puro e i suoi poteri le consentivano di guardare più in la di quanto qualsiasi altro membro della sua famiglia avesse mai fatto. Una notte corse a perdifiato sino alla mia capanna e con le lacrime agli occhi mi si gettò tra le braccia. Aveva avuto un incubo terribile e quelle orrende visioni avevano continuato a tormentarla per settimane. Quella notte però si rese conto che le immagini rappresentavano il suo futuro, per cui decise di cambiarlo chiedendo il mio aiuto. Durante la mia permanenza sull’isola ero entrato in confidenza con lei più di quanto non avessi dovuto, perciò quando mi chiese d'intervenire, io non esitai un solo istante. Mi confessò che nel giro di due notti tutte le creature dell’isola sarebbero svanite e che la sua famiglia avrebbe mietuto quelle anime per tramutarle in carte. M’implorò di fermarli, di indurli a riflettere, poiché questo tipo di azioni avrebbe spento i loro cuori, tramutandoli in gusci vuoti. Aggiunse infine che le loro intenzioni erano ostili anche nei confronti del Concilio e che si sarebbero presi il ruolo che gli spettava, nelle Capitali, con la forza. Non ebbi il coraggio di negarle il mio aiuto, ma in cambio le imposi di farsi da parte … non volevo che fosse coinvolta con quanto sarebbe potuto accadere. Me lo promise … l’ultima notte che trascorremmo insieme>>.

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