venerdì 25 settembre 2015

Xera, la ragazza con la spada (pag. 176)

Reilhan approfittò della situazione per esercitare i suoi poteri sul corpo mal ridotto dell’amica. Braccia e gambe erano messe male ma nulla in confronto alla ferita aperta sul fianco. Sebbene i suoi poteri fossero tornati, grazie alla distruzione della barriera magica, il Novizio si rese presto conto di poter fare ben poco per lei. Soltanto un Chierico esperto avrebbe potuto aiutarla, tuttavia una frase inaspettata della ragazza lo distolse dai suoi pensieri. <<Ti prego, fa qualcosa per la mia mano, non ho bisogno d’altro>> gli suggerì cercando di sollevare l’arto verso il compagno. Reilhan lo afferrò con delicatezza; a causa del colpo ricevuto, alcune dita si erano spezzate poiché schiacciate tra l’elsa e la roccia, così da rendere inutilizzabile quella mano. Il Novizio sentì che la rabbia covata sino a quel momento fosse sul punto di esplodere, ma si sforzò di mantenere la calma, affinché i suoi poteri potessero funzionare a dovere. Xera percepì un calore intenso che le avvolse la mano come un guanto, per poi avvertire un leggero pizzicorino alla base delle dita. Trascorsero solo alcuni secondi e subito la fanciulla poté muovere l’arto senza provare alcun dolore. <<Ti ringrazio>> sospirò, continuando ad aprire e chiudere le dita. 

Poi con un gesto fulmineo afferrò Rhinvel, gettandosi sul Novizio, che per la sorpresa non poté far altro che assecondare l’amica. Due fauci si chiusero poco sopra le loro testa, mordendo tuttavia l’aria e qualche capello del curatore. Le zanne di energia svanirono un attimo dopo, con somma sorpresa dei due ragazzi che però non restarono a guardare. L’uomo era ancora fermo con il braccio alzato, sorpreso del fatto che la sua magia non avesse colpito il bersaglio, mentre la mano fumava come fosse incandescente. Xera e Reilhan erano consci di essere inferiori a lui per forza ed esperienza, ma arrendersi avrebbe significato perdere la vita e pensiero comune fu che per quel giorno erano morti già fin troppe volte. I due si fiancheggiarono armati di Maglio e spada, poi senza dire una parola, Xera si scagliò contro il suo nemico che la osservava indifferente. La guerriera sapeva che l’uomo fosse in grado di muoversi a gran velocità e perciò si preparò a vederlo svanire da un momento all’altro. Soltanto la presenza di Reilhan riuscì a infonderle il giusto coraggio per affrontare la situazione.
Quando però fu a pochi metri da lui, Xera si fermò all’improvviso. Gholja non solo non si era spostato di un passo, ma addirittura aveva aperto le braccia lasciando scoperto il corpo. 


Un brivido freddo le percorse la schiena e senza pensarci si girò sui suoi passi, lanciandosi alla volta di Reilhan. <<Che ti prende?>> le urlò il Novizio vedendola avanzare con la spada alzata, ma Xera non rispose; si limitò invece a colpirlo con tutta la forza che aveva.
Un senso improvviso di nausea investì il ragazzo che, senza rendersene conto, si ritrovò al capo opposto della stanza, proprio dove prima se ne stava immobile il loro nemico. <<Sei intelligente, dopotutto>> si complimentò Gholja, <<Pensavo che ti limitassi a muovere la spada di qua e di la>> la schernì, applaudendo divertito. Xera non reagì alla provocazione, poiché avrebbe fatto soltanto il suo gioco.
Reilhan si guardò il corpo più in fretta che poté e non vedendo ferite o tagli, si precipitò verso l'avversario.
L’uomo tuttavia si limitò a schivare gli attacchi imprecisi del curatore, che si susseguirono senza impensierirlo troppo. Anche Xera si unì subito alla lotta, ma di nuovo con scarsi risultati. Gholja si muoveva con sorprendente velocità, sebbene fosse un uomo d’età avanzata, anticipando le mosse dei suoi avversari prima ancora di vederle. La sua esperienza in battaglia prevalse in ogni momento e presto i due ragazzi iniziarono ad accusare una grande stanchezza. Reilhan comprese che di lì a poco sarebbero stati sconfitti e così, come gesto disperato, decise di ricorrere alla magia antica. Xera si fiondò sull’uomo e continuò a bersagliarlo di fendenti, mentre il curatore decise di farsi da parte il tempo necessario per raccogliere le forze. Il piano però fu messo in discussione quando l’uomo comparve alle sue spalle, puntandogli il braccio contro. 
Accadde tutti in pochi istanti: Reilhan si voltò cercando di sfuggire al contrattacco di Gholja, ma i suoi riflessi non furono abbastanza pronti; subito la mano di Gholja si fece incandescente per poi fiondarsi sul ragazzo che, inerme, chiuse gli occhi in attesa di ricevere il colpo di grazia.

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