martedì 19 maggio 2015

Xera, la ragazza con la spada (pag. 152)

Sia Elesya sia Xera si voltarono notando che dinanzi a loro si stagliava un lago spoglio ma limpido, <<Non vedo nulla di così grave da preoccuparsi!>> commentò la guerriera grattandosi il capo. Reilhan però non era d’accordo <<è questo il punto, non è solo la nebbia a essere scomparsa>> asserì avanzando di qualche passo. Fissò il panorama con circospezione mentre nella mano destra stringeva ancora il Maglio, sebbene il signore delle paludi giacesse senza vita accanto a loro. Fu in quel momento che Elesya comprese le parole dell’amico <<Dove sono finite le bolle che imprigionavano i compagni di Dereth?>> affermò tutto d’un fiato. Xera si guardò intorno per qualche secondo e aggiunse <<Anche il bellimbusto è scomparso, che sia scappato durante la battaglia?>>. La guerriera sorrise cercando la complicità dei suoi amici che al contrario chinarono il capo e restarono in silenzio. <<Che succede?>> domandò la fanciulla incuriosita dalla bizzarra reazione, <<Purtroppo Dereth non ce l’ha fatta!>> confessò Elesya. Xera si strinse nelle braccia e non disse altro. <<Se le gabbie sono scomparse, è probabile che quei due fossero solo un’illusione>> spiegò il Novizio tentando di cambiare argomento, <<Questo vorrebbe dire che anche loro sono …>> ma Elesya non riuscì a completare la frase, poiché iniziò a rabbrividire. Reilhan fissò il corpo di Lodo con disgusto, senza tuttavia smettere di chiedersi come fosse possibile che un mostro tanto feroce vivesse sulla stessa isola di Murdar. 

Ripensò così alle parole dello spadaccino che instillarono in lui il seme del dubbio. <<Andiamo via!>> esclamò risoluto ma nel momento in cui fece per incamminarsi, Elesya afferrò il suo braccio <<Rei, prima di proseguire prenditi la gemma di Lodo>>, <<Non desidero nulla che sia appartenuto a un assassino>> sentenziò il curatore, fu Xera allora a intervenire. <<Ti sei meritato quell’artefatto. Se non fosse stato per te, ora non saremmo qui>> la guerriera gli pose una mano sulla spalla e dopo avergli sorriso, aggiunse << Sono sicura che quella gemma in mani sbagliate potrebbe arrecare più danni che benefici, ma se in cuor tuo senti di non volerla, potremo sempre riportarla al saggio>>. Reilhan non era intenzionato a cambiare idea tuttavia il pensiero che qualcun altro avrebbe utilizzato l'artefatto per scopi ignobili, lo dissuase dall’abbandonarlo al centro del lago. <<Xera prestami il tuo coltello, per favore>> asserì porgendo la mano alla fanciulla che già pronta, gli depose il piccolo pugnale sul palmo. Reilhan aggirò il corpo arso della bestia, raggiunse il capo e con la luna a favore riuscì a intravedere la gemma bianca, ancora intatta, sulla fronte di Lodo. Il curatore si aggrappò alla zampa della bestia per raggiungere l’artefatto e sebbene fosse consapevole della dipartita del sovrano, il suo cuore batteva all’impazzata. Con il filo della lama recise la pelle attorno alla gemma, che al contrario del suo padrone riluceva di luce propria. 

Reilhan afferrò l’artefatto con cautela, le mani gli tremavano e solo quando la strinse tra i palmi, ne carpì il vero potere di cui però decise di non disporne. Conquistato il tesoro, raggiunse le amiche che lo accolsero con un largo sorriso sul volto. <<Attento!>> urlò Elesya all’improvviso, Reilhan si voltò di scatto ma un colpo preciso alla nuca lo atterrò all’istante. Il Novizio ricadde a terra, stordito ma non privo di sensi, scorgendo con la coda dell’occhio qualcuno che gli strappava l’artefatto dalle mani. <<Perché?>> gemette la giovane maga terrorizzata, <<Come sei pallida ragazzina, sembra tu abbia visto un fantasma!>> un ragazzo dalla lunga chioma se ne stava di fronte alle due leve sorridendo soddisfatto. <<Devo ammetterlo, vi avevo sottovalutato. Non avrei scommesso neanche una moneta sulla vostra vittoria contro il feroce sovrano delle paludi. Perciò vi ringrazio; senza il vostro aiuto, questa gemma non sarebbe mia!>> Dereth lanciò la pietra in aria due volte riafferrandola sempre al volo. <<Perciò non era dei tuoi amici che ti preoccupavi!>> lamentò Xera guardandolo con disprezzo, <<Amici? Quali amici? Ah che sciocco, ti riferisci ai miei subalterni!>>. Due ombre si materializzarono dal nulla alle spalle delle ragazze. Una fanciulla minuta bloccò Elesya, mentre un ragazzo più basso puntò la sua arma tra le scapole della guerriera.

Xera sguainò Rhinvel ma la pressione esercitata dall’arma la costrinse a rinfoderare la spada e ad alzare le mani <<Era tutta una messa in scena>> disse disgustata. Lo spadaccino si dimostrò abbastanza divertito << È stato più facile di quel che pensassi!>> ribatté sarcastico. Reilhan si rialzò ancora frastornato <<Ho visto Lodo dilaniare il tuo corpo. Come hai fatto a sopravvivere a simili ferite?>> domandò massaggiandosi la nuca. Dereth si voltò e come nulla fosse, diede le spalle alle due ragazze <<Dopo aver combattuto contro Lodo, poni simili domande? Non tutti hanno bisogno di una gemma per generare un’illusione>>. Reilhan strinse i pugni dalla rabbia <<Se è alla gemma che miravi, perché hai dovuto coinvolgere proprio noi?>>. Lo spadaccino ripose la lama nel fodero e ghignò soddisfatto <<Perché siete un gruppo patetico con la fama dei buoni samaritani. Al villaggio non fanno altro che parlare di voi e delle vostre imprese fallimentari, perciò nessuno vuole assegnarvi dei lavori. Allo stesso tempo siete stati etichettati come i “protetti di Murdar”, perciò la scelta mi è sembrata ovvia. L’idea di una vostra prematura dipartita forse lo avrebbe affranto a tal punto da abolire questa stupida competizione, restituendoci così la nostra libertà>>. Reilhan sbarrò gli occhi dallo stupore ma rimase in silenzio, fu Xera invece a prendere la parola <<Siete solo dei vigliacchi!>> asserì fissandolo torva, <<La gemma appartiene a Reilhan, restituiscila!>> aggiunse. 

Dereth per tutta risposta la depose in una tasca della cintola <<Perché dovrei. Questo potere sarebbe sprecato nelle vostre mani>> confessò divertito, stringendo il mento della guerriera tra le dita. <<Abbandona il tuo gruppo e unisciti al mio! Un subalterno come te, mi farebbe davvero comodo>> la provocò avvicinando il suo viso a quello della ragazza. <<Non sei stanca di seguire un uomo tanto debole?>> le bisbigliò poco prima di adagiare le sue labbra su quelle di Xera. La guerriera tentò di colpirlo ma dei rovi acuminati la circondarono bloccandone i movimenti e lo stesso fu per Elesya. Reilhan osservò la scena senza dire una parola, riconquistò il Maglio perduto e preservando l’assoluto silenzio, si fiondò contro il corpo dello spadaccino la cui immagine tuttavia svanì all’improvviso. Al suo posto invece vi ritrovò Xera ancora legata, che visto l’imminente attacco del curatore, chiuse gli occhi temendo il peggio. Il Maglio però si fermò appena in tempo senza sfiorare il capo della fanciulla. <<Accidenti che riflessi pronti, speravo che le fracassassi il cranio e invece …>>. Dereth rinfoderò il fioretto e con un cenno richiamò i suoi sgherri <<Qui abbiamo finito! Adesso che ho la gemma, non ho più alcun interesse per queste persone>> confessò poco prima di svanire in una nuvola di fumo insieme ai suoi compagni.

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