martedì 14 aprile 2015

Xera, la ragazza con la spada (pag. 145)

Elesya fu avvolta da un flebile scudo che le permise di respirare sott’acqua. Il potere che lo animava si percepiva a stento, tuttavia si rivelò un valido aiuto per la giovane maga. A contatto con la barriera l’evocazione balzò lontano, raggiungendo l’uomo misterioso oltre la coltre di nebbia. Non appena la giovane maga fu di nuovo in grado di respirare, ebbe la sensazione che qualcosa nella sua ferita al braccio non tornava. La stessa posizione assunta dalla leva, ossia a mani tese sulla terra, iniziò a sembrarle strana poiché sebbene metà del suo arto fosse stato reciso, Elesya ne percepiva ancora la presenza. Fu in quel momento che si rese conto di cosa stesse realmente accadendo. Ogni cosa successa sino ad allora era stata frutto di un’illusione che le aveva condizionato la mente. Le ferite, il dolore e persino l’uomo che l’aveva attaccata non erano reali, benché i tagli pulsassero e l’arto le dolesse. Comprese inoltre che i suoi poteri ne avevano risentito al punto tale da essersi quasi del tutto annullati, perciò per prima cosa si riappropriò della sua staffa che infuse con tutto il potere di cui disponeva. La voce di Vheles riecheggiò nella sua testa ma la leva non ne capì il messaggio, poiché riuscì a udirne solo frasi sconnesse e frammenti di discorso. Quando l’evocazione si mostrò al centro dell’isolotto, Elesya non tentò di dissuaderla come aveva fatto in passato e ricordando la massima citata dal suo stesso avversario, si preparò ad attaccare. <<Che cosa farai adesso che il tuo giocattolo ti si è rivoltato contro?>> ghignò l’uomo senza celarsi, <<Lo ucciderai? Che sciocco, tu non puoi! Siete vincolati: una sola anima in due corpi diversi>>. 

Elesya non si lasciò turbare dalle parole del suo avversario, al contrario restò concentrata con lo sguardo fisso sul cane non morto. E proprio quest’ultimo fece la prima mossa balzando contro la sua stessa padrona, che però lo evitò facilmente. Atterratole alle spalle, la giovane maga mantenne la posizione e nel momento in cui la creatura tentò di sopraffarla, Elesya lo colpì con forza sulla mascella. L’evocazione guaì per il dolore e allo stesso modo, un livido scuro si palesò sul viso della ragazza. L’uomo rise di gusto dopo aver assistito alla scena, tuttavia continuò a restare celato nella nebbia per godersi lo spettacolo in tutta sicurezza. La creatura si riprese fin troppo in fretta e pronta a tutto, spalancò le fauci in direzione di Elesya. La distanza che li separava non era molta, per cui il cane si avvalse di un attacco a distanza. Dalle profondità della sua gola iniziò a fuoriuscire una sorta di gas fetido, che a contatto con la terra la disciolse all’istante. Con la stessa leggerezza dell’aria, il gas si propagò velocemente e in pochi secondi avvolse la maga senza lasciarle via di scampo.
Solo allora l’uomo fece la sua comparsa, abbandonando il nascondiglio ormai reputato inutile. Con le braccia conserte fissò il gas incenerire ogni cosa, fino a che della fanciulla non rimase altro che una profonda bruciatura sul terreno. O almeno così credeva.

Quando l’uomo voltò le spalle al campo di battaglia, seguito a sua volta dalla creatura non morta, una luce violacea illuminò l’isolotto, tingendolo di livide sfumature che incupirono la scena ancora di più. L’evocazione non mosse più un passo e lo stesso fu per l’uomo, che voltandosi lentamente comprese suo malgrado di dover ritornare sui suoi passi. 
<<Su una cosa avevi ragione>> asserì Elesya squarciando il velo d’aria dietro il quale si era nascosta, <<”Se il servo non riconosce il padrone, il padrone deve sparire”. Permettimi tuttavia di aggiungere dell’altro: “Se il padrone perde la pazienza, che il servo rifugga dalla sua ira”>>. La giovane maga sollevò Vheles e subito dagli occhi cavi del teschio si materializzarono spesse catene color pece, che su ordine di Elesya si avvolsero attorno al collo cane. <<Per oggi abbiamo scherzato abbastanza, mettiti a cuccia e fa il bravo cagnolino>>, sebbene le parole della maga fossero a primo impatto leggere e prive di spessore, il tono con cui le proferì lasciò poco all’immaginazione. In un primo momento il cane tentò di divincolarsi dalla morsa degli anelli metallici, costringendo Elesya a stringere la presa. Neanche quando il fiato incominciò a mancarle, la maga desistette dal suo intento. Infine la creatura fu trascinata con forza al cospetto della sua padrona, che sfioratone il capo la rispedì nella sua dimensione. Le stesse catene che avevano imprigionato il cane d'ossa, si mossero rapide in direzione dell’uomo che, ancora incredulo, non aveva mosso un passo durante tutta la scena. 

Subito il giogo metallico gli serrò le caviglie e risalite per tutto il corpo come le spire di un serpente, fecero si che costui non potesse più muoversi. <<Maledetta strega, sei stata scorretta! Ero distratto e tu ne hai approfittato>> blaterò e fu allora che Elesya sorrise per la prima volta. A passi decisi si avvicinò all’uomo e con un gesto rapido, sollevò la staffa puntandola contro l’avversario. <<Sarei io la persona scorretta? Non hai fatto altro che comportarti in maniera ignobile sin dal primo istante, come osi dunque accusarmi!>> ma l’uomo insistette <<Sei tu che mi hai ucciso, era giusto che mi vendicassi! Inoltre ho un conto in sospeso anche con i tuoi compagni>>. All'inizio Elesya sembrò accusare il colpo, poi però la serenità tornò sul suo volto. <<Per molto tempo mi sono angosciata ripensando a quanto avevo fatto. Oggi però mi rendo conto che se non fossi intervenuta, tu avresti ucciso i miei amici. Perciò consentimi di dirti che non ti permetterò in nessun modo di sfiorarli ancora>> affermò tutto d’un fiato. L’uomo incominciò a sudare freddo, <<Che cosa intendi dir… >> ma non ebbe modo di continuare la frase, poiché le catene gli serrarono la bocca. Ogni parte del suo corpo era bloccata, a eccezione della zona del cuore su cui Elesya posò la staffa. <<Spero davvero di non rivederti mai più!>> mormorò girando Vheles al contrario e piantando la base appuntita del bastone nel petto dell’uomo.

8 commenti:

  1. Complimenti hai creato un'opera magnifica

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    1. Ti ringrazio, il tuo complimento mi rende molto felice.Grazie mille.

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    2. Di nulla anzi siamo noi che dobbiamo ringraziare te quando leggo questo romanzo provo delle sensazioni uniche

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    3. Che dire, sono senza parole. :) grazie ancora.

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    4. Scusami se sono impaziente ma quando usciranno le nuove pagine?

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    5. il Martedì e il Venerdì, ma ieri causa salute ho saltato l'aggiornamento :(

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    6. Grazie mille per la risposta molto esauriente e speriamo che ti rimetti presto

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  2. Segui la mia pagina facebook o Twitter o G+ (quello che per te è più comodo insomma) per essere sempre aggiornato circa il mio blog. Oggi per esempio anticiperò la pagina di Martedì. Ciao e buona giornata .:)

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