venerdì 13 marzo 2015

Xera, la ragazza con la spada (pag. 136)

Il gruppo si ritrovò dinanzi a un muro nebbioso che impedì loro di proseguire oltre. <<Non ci voleva!>> borbottò Dereth esausto accasciandosi al suolo. Anche gli altri si unirono allo spadaccino, poiché la battaglia nelle caverne aveva minato la loro resistenza. <<Accampiamoci il tempo necessario a rimetterci in sesto. In queste condizioni saremmo alla mercé di chiunque>> spiegò il Novizio accumulando nel mentre del legno in un unico punto. In pochi istanti accese il fuoco e tutti si strinsero attorno a questo per ritemprarsi dalle fatiche passate. Xera, raggomitolata su stessa, stringeva a sé quel che restava dei suoi abiti, fino a che Reilhan non le porse la sua casacca d’emergenza. <<Non è niente di speciale, ma almeno sarai coperta>> le bisbigliò all'orecchio. La guerriera la indossò in fretta, temendo che il suo marchio potesse essere scoperto da Dereth. Sul minuto corpo quella casacca le calzava come fosse una veste, che la guerriera fermò con la cintola di Rhinvel. <<Che eleganza>> ironizzò lo spadaccino fissandola da capo a piedi. Xera alzò gli occhi al cielo e infine tornò a sedersi vicino al fuoco. Dereth tuttavia non abbassò lo sguardo, attirando così l’attenzione del Novizio, <<Si può sapere perché i tuoi capelli sono ricoperti di fango?>>, la guerriera trasalì. Aveva dimenticato che durante la prigionia tra le rocce, il suo corpo aveva iniziato a mutare. 

<<Era buio e sono inciampata>> motivò cercando di cambiar subito argomento. <<Ho visto una pozza d’acqua, perché non ti dai una ripulita?>> insistette lo spadaccino, mettendo la guerriera in difficoltà. <<Non è sicuro interagire con le fonti d’acqua presenti in questo luogo>> intervenne Reilhan, <<Tu stesso ci hai spiegato che ogni cosa qui risente del potere di Lodo. Inoltre dovremmo discutere di cose più importanti>> aggiunse chiudendo il discorso. <<D’accordo, non c’è bisogno di scaldarsi tanto>> lamentò Dereth e sdraiato sulla schiena, chiuse gli occhi e si addormentò. Elesya lo aveva anticipato di qualche minuto, accasciata sulle gambe dell’amica che le accarezzava il capo. Reilhan si accostò a Xera e dolcemente le prese la mano ferita. <<Non posso risanare questi tagli con la mia magia>> si giustificò rammaricato, poi afferrate delle bende dalla bisaccia, fasciò l’arto medicato con alcune erbe. <<Come hai potuto impugnare la spada se ti era ostile?>> le chiese quasi irritato, <<Il veleno che hai in corpo muta la natura della magia, nel tuo caso ti si è rivolta contro>> ipotizzò fissando la danza delle fiamme. <<Non credo che la reazione di Rhinvel fosse dovuta al veleno!>> esclamò la ragazza e Reilhan aggrottò le sopracciglia <<Cosa te lo fa pensare?>>, <<Rhinvel è una spada potente ed io non sono ancora in grado di controllare il suo potere, temo che Dereth avesse ragione>> Xera sospirò. 

<<Una volta Elesya mi ha detto che la magia richiede sempre dei sacrifici, penso perciò che il prezzo della mia incapacità sia l’essere trafitta dai rovi di Rhinvel. Se sopportare il dolore però, mi consente di proteggere le persone che amo, mi sta bene così. Sono certa che un giorno la mia spada mi riconoscerà come sua legittima padrona>>. Il Novizio non poté distogliere lo sguardo dall'esile figura seduta accanto a lui. Rifletté su quanto fosse cambiata in quel lasso di tempo e di come, nonostante le difficoltà affrontate, la sua amica continuasse ad essere fiduciosa. Benché ne avesse di strada da percorrere prima di potersi chiamare guerriera, Reilhan riconobbe in lei lo spirito giusto che l’avrebbe condotta lontano e forse proprio a causa di tale consapevolezza, il timore di essere lasciato indietro lo attanagliò. 
Trascorsero alcune ore e dopo aver riposato, l’umore del gruppo incominciò a migliorare. Reilhan risanò le ferite dei suoi compagni, a eccezione di Xera che invece si limitò a riposare più a lungo. Non si era ancora ridestata quando Dereth decise di riprendere il cammino. <<Ehi tu! Per quanto intendi dormire?>> domandò alzando la voce ma Xera non si svegliò. Reilhan lo fulminò con lo sguardo e infine la scosse con gentilezza per destarla dal sonno ristoratore. La situazione tuttavia non migliorò. Elesya allora frugò nella bisaccia e ne estrasse una piccola ampolla di vetro nella quale vi era una strana mistura di erbe. Si accostò alla sua amica assopita e alzandole il capo, le fece respirare l’aroma acre della soluzione. 

Ci vollero alcuni minuti prima che la guerriera, nauseata, iniziasse a tossire. <<Era svenuta, Rei il veleno è di nuovo in circolo!>> mormorò la giovane maga. <<Se non sarà purificata al più presto, potrebbe non risvegliarsi più la prossima volta>> intervenne Dereth interrompendo Elesya. Reilhan non sapeva cosa fare, da una parte c’era la sua amica in pericolo di vita, dall’altra la missione in corso. <<Dovremmo tornare indietro>> affermò infine. <<Xera non è in grado di proseguire>> spiegò ma la guerriera scosse il capo <<Siamo quasi arrivati, non ha senso abbandonare l’incarico. Io ce la faccio>> disse cercando di alzarsi in piedi, le gambe però cedettero e subito fu sul punto di cadere. Fu Dereth ad afferrarla in tempo <<Lo sapevo che mi saresti stata d’intralcio>> la ammonì piegandosi sulle ginocchia <<Forza sali! Ti trasporterò io per il resto del viaggio>> asserì per poi prenderla sulle spalle. Reilhan s'ingelosì <<Sarò io a trasportarla, tieni giù le mani>> lo minacciò. <<Scordatelo! Tu hai il compito di guidarci nella nebbia. Non puoi seguire la mappa e pensare a lei allo stesso tempo. Finiremmo col perderci>>. Reilhan volle controbattere ma Xera lo fermò. <<Non ti preoccupare per me Rei. Sei l’unico che può condurci fino alla dimora di Lodo, sei il nostro Novizio dopotutto>>. Il curatore, seppur controvoglia, osservò la mappa sulla quale si era materializzata tutta la strada percorsa sino a quel momento e non solo. Accanto, infatti, vi era una chiara rappresentazione in scala delle paludi oltre il muro di nebbia. E proprio al centro di queste, un’indefinita macchia scura attirò la sua attenzione. <<La vedo!>> esclamò sbarrando gli occhi. <<La dimora di Lodo … l’ho trovata!>>.

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