venerdì 6 febbraio 2015

Xera, la ragazza con la spada (pag. 127)

Al contrario del giorno prima, il cammino fu accompagnato dall'afa cocente dei due soli, che rese la sabbia calda e asfissiante. Ogni singolo passo divenne un supplizio e in particolare per Elesya, sebbene si fosse irrobustita durante la permanenza su Horsia. <<Non ce la faccio più!>> mormorò esausta. Dereth, che camminava alle spalle del trio, si accostò a lei <<A breve dovremmo raggiungere i boschi che circondano le paludi, arrivati lì rimpiangerai questo deserto>>. Elesya rabbrividì <<Che cosa intendi?>> ma Dereth fu vago e non soddisfò la sua curiosità. Anche Xera li raggiunse offrendo il suo supporto all'amica. <<Appoggiati a me; il deserto non continuerà a lungo, secondo la mappa di Reilhan>>. Elesya sorrise poi le cinse il braccio e riprese il cammino. Fu allora che notò quanto la pelle della fanciulla emanasse calore, così bisbigliando le domandò come facesse a tollerare il deserto, se il suo stesso corpo era di per se rovente. <<Non saprei, pensavo che Madame Taròt avesse scoperto qualcosa, ma per come è finita non credo si interesserà più a noi>> spiegò sconfortata. <<Non ne sarei tanto sicura>> l’artefatto intervenne bruscamente ma in seguito non disse altro. La situazione andò man mano peggiorando, soprattutto quando il primo sole toccò lo zenit, <<Non credo di poter proseguire oltre, fermiamoci qualche minuto>> li pregò la giovane maga, Reilhan tuttavia dissentì <<Non è sicuro accamparci in un luogo così esposto. Anche se dalla notte scorsa non abbiamo subito alcun attacco, i pericoli sono in agguato. Inoltre non ti gioverebbe in alcun modo sedere su della sabbia calda senza neanche un po’ d’ombra a ripararti. Resisti Elesya, siamo quasi arrivati>>. 

La giovane maga s’intristì, benché reputasse le motivazioni del curatore più che valide, il suo corpo portava ancora i segni del rito affrontato. <<Ti sosterrò sulle mie spalle Ely, forza sali>> Xera s’inginocchiò affinché la sua amica potesse aggrapparsi con facilità. <<Che cosa credi di fare principessa, vuoi forse sminuire il tuo Novizio? Che figura ci farebbe se qualcuno dovesse assistere alla scena?>> ironizzò Dereth. Reilhan si fece largo spingendolo, <<Non ho bisogno del tuo sarcasmo in questo momento>> lo ammonì. In pochi minuti il gruppo riprese la marcia, Dereth e Xera camminavano davanti mentre il Novizio li seguiva trasportando la giovane maga. Elesya sentì il suo cuore battere all'impazzata, essere vicina a Reilhan la emozionava, benché le attenzioni del ragazzo fossero rivolte altrove. I suoi occhi, infatti, erano fissi sulla coppia dinanzi a loro. <<Dovremmo poter scorgere le cime degli alberi a breve>> sostenne Dereth controllando la mappa ma Xera diffidò e volle osservarla personalmente. <<Inutile per te affannarsi tanto>> la provocò lo spadaccino, <<Da quel che ho capito, leggere le mappe non è proprio il tuo forte>>. Xera lo guardò torvo ma preferì ignorarlo continuando a studiare la mappa, <<Perdonatemi principessa, non volevo offendervi>> asserì accarezzando una ciocca dei suoi capelli scarlatti ma Xera gli bloccò il polso, impedendo così a Reilhan di intervenire. 

<<Solo perché abbiamo accettato di aiutarti, non vuol dire che siamo tuoi amici. Non mi fido di te, sei ambiguo e di sicuro stai tramando qualcosa. Inoltre il tuo nomignolo mi ha davvero stancato … idiota>> inveì strappandogli la mappa dalle mani, <<Stai molto attento a come ti comporti, non vorrei dover riprendere un certo discorso lasciato in sospeso>> aggiunse la guerriera. Dereth non disse nulla, si limitò a fissare la piccola mano della fanciulla che stringeva il suo polso e in particolare l’anellino d’argento che sfoggiava al dito. <<Basta discutere!>> esclamò il Novizio avvicinandosi ai due ragazzi. Elesya non poté osservare il volto del compagno, eppure ebbe la sensazione che il curatore stesse sorridendo compiaciuto. <<Mi dispiace per lui, ha scelto proprio la donna sbagliata>> mormorò, <<Tu credi?>> ribatté Elesya stranamente contrariata, <<Perché me lo chiedi Ely? Lo sappiamo entrambi quanto Xera detesti ogni forma di corteggiamento>>, Elesya dissentì <<Forse con la persona giusta … chi lo sa>> lo provocò. <<Alla fine anche lei s’innamorerà di qualcuno, saprai accettarlo?>> commentò infine. Il silenzio del curatore però la rammaricò, << Scusami, non dovevo>> affermò stringendosi a lui <<Non scusarti quando sei sincera. Hai ragione, prima o poi il suo cuore accetterà i sentimenti di qualcuno, ma farò in modo di trovarmi al posto giusto e al momento giusto>>. 
Elesya sentì le lacrime bagnarle gli occhi, ma promise a se stessa di non versarne nessuna. I suoi sentimenti, più profondi di una semplice amicizia, non erano ricambiati ma decise di non arrendersi, seguendo proprio l’esempio del ragazzo che occupava i suoi pensieri. 

<<Ci siamo!>> asserì Xera, <<Riesco a vedere gli alberi!>> aggiunse. Il gruppo finalmente tirò un sospiro di sollievo, poiché una volta raggiunti boschi, poterono lasciarsi il deserto alle spalle. A differenza del primo, la luce dei soli non riusciva a filtrare a causa delle fronde degli alberi secolari, si trovarono così avvolti dalle tenebre. Persino il clima mutò in maniera drastica, costringendo i quattro ragazzi a indossare qualcosa di più appropriato. Dereth accese il fuoco con facilità e prima di riprendere il cammino decisero di riposare. <<Faremo la guardia in due>> propose lo spadaccino, <<Cercate di dormire più che potete, d’ora in poi le forze andranno spese con criterio>> spiegò. Per primi riposarono Elesya e Reilhan, i più provati del gruppo, e dopo circa tre ore fu la volta dei due guerrieri, all'improvviso però l’atmosfera cambiò. I cespugli iniziarono a tremare contemporaneamente e un sonoro scalpitare indusse il Novizio a estrarre il maglio. Anche Elesya non fu da meno cingendo Vheles con entrambe le mani. Il rumore dei passi andò crescendo sempre più, seguito infine dal fischio di qualcosa che sferzò l’aria. 
<<Giù!>> urlò Reilhan strattonando la giovane maga, che per istinto non oppose resistenza. Centinaia di spine acuminate volarono in direzione dell’accampamento, tutte con l’intento di colpirli. Reilhan ed Elesya ne uscirono illesi, tuttavia il loro primo pensiero fu rivolto ai due compagni che dormivano incuranti del pericolo. Un bagliore bronzeo però li rincuorò. Divaahr, infatti, si era subito destato per difendere la sua padrona e Xera al contempo era riuscita a proteggere persino Dereth. Non ebbero modo di gioire a lungo, poiché un nuovo nugolo di spine li aggredì e questa volta i riflessi della guerriera non furono sufficienti. Una spina le perforò il braccio scoperto, costringendola ad abbassare le sue difese. Il terzo attacco sopraggiunse fulmineo, fino a che Elesya guidata dalla collera, non puntò il bastone al suolo evocando le sue preziose corde oscure. 

Al loro posto tuttavia si materializzarono delle spesse catene che, dagli occhi cavi del teschio, si moltiplicarono e diramarono come una sorta di ragnatela. Ogni estremità catturò il proprio avversario, segregandolo in una sorta di prigione ghiacciata. Reilhan superò i cespugli dietro cui si nascondevano e poté finalmente scoprire chi li aveva aggrediti. <<Dannati Landak!>> esclamò. I loro corpi tozzi erano avvolti dal ghiaccio eppure le spine acuminate sul dorso parvero ancora minacciose. <<Curatore smettila di perdere tempo!>> la voce di Dereth attirò la sua attenzione. Reilhan tornò lesto sui suoi passi e quando raggiunse l’accampamento notò Xera tra le braccia dello spadaccino. <<Ti avevo detto di non toccarla!>> lamentò nervoso <<Se preferisci la prossima volta lascerò che si accasci al suolo, è stata ferita vedi di darti una mossa>> ribatté. Reilhan esaminò il braccio e dopo aver estratto la spina utilizzò i suoi poteri curativi. La ferita ben presto sparì e Xera poté rialzarsi. <<Dovresti pensare a te stessa durante il combattimento>> la ammonì Dereth, <<Non mi occorreva il tuo aiuto>> aggiunse, <<Ringraziala piuttosto, sei davvero irriconoscente>> Elesya intervenne decisa, <<Nessuno le ha chiesto niente e poi ferirsi in questo modo è da sciocchi, soprattutto per chi non si ha alcuna fiducia>>. Dereth riprese la bisaccia e visibilmente adirato, invitò gli altri a fare lo stesso. <<Adesso basta riposare, “i boschi della dimenticanza” ci hanno dato il loro benvenuto … ed io preferirei restarci il meno possibile>>.

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