martedì 3 febbraio 2015

Xera, la ragazza con la spada (pag. 126)

La notte trascorse in fretta ma nessuno riuscì più a dormire dopo l’attacco a sorpresa subito. Sfiancanti dall’attesa del nuovo giorno, decisero di raccogliere maggiori informazioni sul luogo in cui si stavano recando. <<Sono curiosa di scoprire come mai questo posto sia tanto temuto>> mormorò Xera. Sebbene il suo avversario fosse avvolto dal mistero, non vedeva l’ora di poterlo affrontare. <<Principessa non vorrai dirmi che non hai mai sentito parlare del “Signore delle paludi”>>, rispose Dereth scuotendo il capo, <<Il vostro Novizio lascia proprio a desiderare>> aggiunse irritando Reilhan ma prima che il curatore potesse lamentarsene, lo spadaccino riprese a parlare. <<Com’è facilmente intuibile dal nome, quella zona di Horsia è disseminata da una fitta rete di paludi, al cui centro vi è la dimora di Lodo. Fin qui sembra una passeggiata. Molti, infatti, sottovalutando quelle acque, si sono addentrati incuranti nei suoi territori senza tuttavia essere in grado né di raggiungere Lodo, né di tornare indietro>>. Xera corrugò la fronte, <<Perché? Le acque sono avvelenate?>> domandò strappando a Dereth un sorriso ironico. <<Affatto! Quelle paludi sono di per se terribili, non hanno bisogno di alcun veleno>> spiegò incuriosendo il trio.

<<Per quale motivo si son persi allora? È forse un labirinto?>> commentò Elesya, <<Non ho mai detto questo, nessuno di loro ha perso “la strada” … bensì il lume della ragione!>>. Il silenzio calò tra le leve, fino a che Reilhan non prese la parola <<Per cui il pericolo maggiore non è Lodo, ma le acque delle paludi. Ci basterà evitarle facendo attenzione!>> esclamò ma Dereth dissentì. <<Non vi sono sentieri che conducono direttamente alla dimora del sovrano, ma sottili strati di terra fangosa che separano le innumerevoli pozze d’acqua e melma. Non è possibile evitarle se non volando!>>. Elesya iniziò a riflettere, <<In effetti ci sarebbe un modo>> asserì attirando l’attenzione di tutti. <<Sono davvero curioso, sei in grado di farci levitare?>> la prese in giro il ragazzo. <<Dovresti smetterla di sminuire le mie amiche>> intervenne Reilhan bruscamente, <<Avresti molto da imparare se, di tanto in tanto, ti mordessi la lingua!>>. Dereth finse di cucirsi la bocca ed emulando una sorta di riverenza, invitò la maga a continuare. <<Grazie Rei. Dicevo, quando con i miei genitori ci recavamo nelle paludi, mio padre indossava sempre dei calzari, che lui stesso aveva ideato, per muoversi sul fango senza il timore di scivolare>> ricordò. <<E tu hai un paio di quei calzari nella bisaccia?>> insistette Dereth, ma lo sguardo severo di Reilhan lo ammutolì ancora una volta. <<No, ma so come costruirli. Non occorrono materiali particolari, solo del legno flessibile che non si spezzi facilmente … Sono certa che nei dintorni delle paludi ci sia proprio ciò di cui avremo bisogno>>. 

Xera sorrise entusiasta. <<Se indossassimo quei calzari, attraversare le paludi sarebbe un gioco da ragazzi>> mormorò. Lo spadaccino però non fu d’accordo. <<Ammesso che la maga sia in grado di riprodurre i calzari ed ho i miei dubbi …>> disse osservando fugacemente Elesya, <<Non avete considerato che, essendo il regno di Lodo, evitare i suoi poteri con un banale espediente sarà impossibile. Quelle acque hanno la capacità di far rivivere, a chi se ne bagna, le paure più recondite della propria anima. I ricordi più dolorosi, che pensavamo aver dimenticato, riemergeranno proprio davanti a noi e saranno le loro stesse incarnazioni che dovremo combattere. È questo il potere del sovrano. Si diverte a giocare con i nostri sentimenti ponendo dinanzi a noi il nemico peggiore di tutti: noi stessi>>. Nessuno osò più commentare. <<Volete tirarvi indietro? Siete ancora in tempo>> aggiunse Dereth. Elesya strinse le braccia intorno alle ginocchia e improvvisamente iniziò a rabbrividire. L’idea di dover rivivere le sue paure o affrontare addirittura se stessa, la terrorizzava. Anche Reilhan e Xera incominciarono a pensare di aver sottovalutato il problema. Il curatore fu il primo a parlare. <<Sono qui da quasi due anni. In tutto questo tempo ho vissuto attimi terribili ma anche memorabili, perciò sebbene quest’isola mi abbia davvero cambiato la vita, il mio più grande desiderio è proprio quello di abbandonarla da vincitore. Sono stanco di rimandare!>> confessò. 

<<Io però sono un Novizio adesso e sono consapevole che le mie decisioni coinvolgerebbero altre persone. Non mi sono mai considerato il vostro capo, bensì un amico alla pari, per cui vi chiedo: siete sicure di voler proseguire? Se una di voi volesse tornare indietro, io non mi opporrò>> sostenne. Elesya e Xera si guardarono tentando di scorgere l’una i pensieri dell’altra, benché la giovane maga conoscesse sin troppo bene la tempra della compagna e il suo desiderio di combattere mettendosi alla prova. <<Anch'io non vedo l’ora di abbandonare Horsia!>> affermò <<Ma non sono sicura di voler proseguire>> disse titubante. <<Ricordati che non sei più sola>> Nephes, che sino a quel momento era restata in silenzio, intervenne nei suoi pensieri. <<Ti ho donato il mio potere, non inchinare il capo dinanzi a nessuno>> aggiunse. Elesya sentì lo stomaco contorcersi, la voce dell’artefatto le riportava alla mente spiacevoli ricordi, gli stessi che avrebbe dovuto affrontare una volta giunta alle paludi. Allo stesso modo però le ricordò il suo vero obiettivo: rimediare ai suoi errori salvando delle vite. <<D’accordo!>> esclamò, <<Ho deciso, voglio provarci!>>, <<Sei sicura?>> insistette Reilhan per averne conferma <<Sì, voglio incontrare Lodo e andarmene da questa dannata isola una volta per tutte!>>. Dereth iniziò a battere le mani con forza <<Benissimo, adesso che la decisione è unanime sarà meglio sbrigarsi, il primo sole sta sorgendo!>>.

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