venerdì 30 gennaio 2015

Xera, la ragazza con la spada (pag. 125)

Quando Elesya raggiunse il resto del gruppo, Reilhan e Dereth iniziarono a discutere sul da farsi. <<Propongo di seguire il fiume, com'è noto a tutti questo corso d’acqua conduce direttamente alle paludi>> suggerì lo spadaccino sicuro di sé. Reilhan cercò con lo sguardo Elesya e fu proprio la sua espressione contrita a condizionarne i piani. <<Non sono d’accordo. Basta osservare il cielo per comprendere che a breve potrebbe piovere, in quel caso il fiume s’ingrosserebbe e le correnti diverrebbero ingestibili. Suggerisco di proseguire a piedi, impiegheremo più tempo con la certezza tuttavia di arrivare a destinazione>>. Elesya sospirò sollevata. <<Come preferisci, sei tu il capo>> ironizzò Dereth, <<E sarà meglio che tu lo tenga sempre a mente>> ribatté Reilhan voltandogli le spalle. I due soli non erano ancora sorti e un vento gelido tagliava la pelle. Tutti indossarono dei mantelli e silenziosi come ombre, abbandonarono il villaggio Kodur. Reilhan avanzava dinanzi a tutti, seguendo minuziosamente la mappa a sua disposizione. Sebbene si fossero incamminati da circa un’ora, nessuno aveva detto una parola, fino a che Dereth non incominciò a fissare l’artefatto in cima al bastone di Elesya, attirando così la sua attenzione, <<Che hai da guardare!>> esclamò irritata. 

<<È un’arma davvero singolare!>> rispose lui divertito, <<Posso fartela vedere meglio, se davvero ci tieni!>> rispose a tono la fanciulla ma Xera la tranquillizzò con una pacca sulla spalla. <<Per fortuna c’è la principessa a proteggermi dalla strega cattiva>> la provocò e senza esitare, afferrò la mano della guerriera per poi sfiorarla con le labbra. Reilhan arrivò alle sue spalle con notevole rapidità, afferrandogli il polso per costringerlo a mollare la presa <<Tieni giù le mani>> lo sfidò, <<Al curatore non piace condividere ciò che gli appartiene, benché non ci veda alcun vincolo su quella mano che possa indurmi a desistere>> ribatté a tono. Xera arrossì ma allo stesso tempo ne fu infastidita, non le piaceva infatti, essere al centro dell’attenzione. <<Dateci un taglio o vi farò passare la voglia di scherzare>> lamentò dando loro una spallata. <<Riprendiamo il cammino o non arriveremo mai a destinazione>> suggerì imboccando però la direzione sbagliata. <<Ehm! Sarà meglio che tu ti limiti a seguirci!>> esclamò il Novizio indicandole la strada giusta <<Non cambi mai>>.
Quando i soli giunsero allo zenit, il gruppo aveva già abbandonato le pianure erbose e intrapreso il deserto che li separava dalle paludi Lodo. Il cielo tuttavia era minaccioso, clima insolito per quel tipo di ambiente. 

<<Siamo stati fortunati, di certo non patiremo il caldo>> affermò Elesya speranzosa, <<Fortunati dici? Se dovesse piovere nel deserto il terreno diverrebbe impraticabile, sarà come camminare nel fango>> lamentò Dereth, <<Ci sono abituata, nulla di speciale>> rispose la ragazza. <<Capisco, hai vissuto nel fango per caso?>> la provocò, <<No davvero!>> s’indispettì <<Ma Payanir è una zona paludosa e ricca di fango, che la mia famiglia è solita utilizzare per le sue proprietà catalizzanti>> spiegò Elesya con poco entusiasmo. Dereth ne fu colpito. <<Ho sentito parlare di due ricercatori molto noti per i loro studi, se non sbaglio, risiedono proprio a Payanir; li conosci?>>, la fanciulla s’intristì <<Sono i miei genitori>> mormorò. <<Che cosa ci fai tu qui allora? Non sarebbe stato meglio recarti a Thesla?>> Elesya indignata corrugò la fronte, ma non poté rispondergli perché qualcuno la anticipò. <<Ragazzo, non sarebbe forse più furbo pensare ai propri affari?>>, Dereth sbarrò gli occhi e rapidamente voltò il capo in ogni direzione alla ricerca di qualcosa. <<Dove stai guardando, sono qui!>> lo guidò il teschio. Fu istintivo per lo spadaccino indietreggiare, in fondo non era una cosa comune vedere un bastone parlante. <<Co … cosa sei tu?>> domandò inorridito, ma Elesya non permise all’artefatto di rispondere. <<Nessuno ha chiesto il tuo parere>> lo rimproverò zittendolo. <<Ne ho viste di leve su quest’isola, ma di sicuro siete voi i più bizzarri di tutti>> mormorò allontanandosi dalla giovane maga.

Al centro del deserto vi erano due oasi naturali che già in passato il trio aveva utilizzato per accamparsi e poiché il tramonto sopraggiunse in fretta, decisero di approfittarne per accendere un fuoco. <<Terrà lontane le talpe e le altre bestie che vivono nel deserto!>> spiegò Reilhan accatastando un po’ di legna secca. Xera ed Elesya invece, predisposero una parte del cibo a loro disposizione affinché tutti potessero sfamarsi. <<Sarò io a fare il primo turno di guardia>> propose Dereth e tutti accettarono, sprofondando subito in un sonno profondo. Tutti ad eccezione di Xera che non riuscì a chiudere occhio. <<Ti darò il cambio, non mi sento stanca!>> bisbigliò per non svegliare il resto del gruppo ma Dereth rifiutò. <<Adesso non lo sei, ma domani crollerai se non riposi un po’>> disse fissando il deserto. <<Vorrà dire che tra qualche ora ti sveglierò e mi darai tu il cambio>> ribatté ostinata. Dereth voltò il capo e la osservò <<Ti hanno mai detto che hai la testa più dura della roccia?>> asserì irritandola non poco, <<E a te hanno ... >> ma fu presto interrotta dal ragazzo che le coprì la bocca con la mano, dopo essersi accostato a lei. <<Shhh! Ho sentito qualcosa>> commentò scrutando il paesaggio. Xera avvertì un’alta scossa percorrerle la pelle quando Dereth la sfiorò, sensazione che a lungo andare la infastidì. <<Non avere paura, ci sono io a proteggerti>> le sussurrò all’orecchio, cogliendola alla sprovvista. Stanca della forzata vicinanza, la guerriera si sottrasse alla presa borbottando a voce un po’ troppo alta <<Che diamine stai facendo!>> urlò svegliando i suoi compagni e allo stesso tempo, attirando l’attenzione di una bestia vicina.

 Era una talpa del deserto adulta che aveva fiutato il loro accampamento di fortuna. <<Ben fatto principessa>> ironizzò Dereth sollevandosi rapidamente in piedi e correndo in contro al mostro. <<Fermati!>> lamentò il Novizio da poco ridestato, <<Non è un avversario da prendere alla leggera>> aggiunse ma invano. Xera sfiorò l’elsa di Rhinvel correndo in direzione della talpa e nel momento in cui la raggiunse, notò lo spadaccino immobile al suo cospetto <<Spostati!>> esclamò a gran voce, benché inutilmente. <<Stai indietro!>> rispose il ragazzo scuro in volto, <<Non mi farò battere da un essere di infimo rango>> asserì. La talpa si mosse verso l’inerme leva e proprio quando la distanza tra loro divenne irrisoria, questa sprofondò nella sabbia nascondendosi alla sua vista. Dereth non mosse un passo. Chiuse gli occhi, sguainò il suo fioretto e senza esitazione, lo piantò con tutta la forza che aveva in un punto alle sue spalle. Un’esplosione di sabbia sporcò la visuale, costringendo il trio a proteggersi per non esserne accecati. Soltanto quando la sabbia si fu riposata al suolo, poterono notare il corpo inerme della bestia giacere senza vita ai piedi dello spadaccino. Dereth ripulì il filo della lama con il suo stesso mantello, per poi riporla con cura nella fondina della cintura. <<Chi sei tu?>> mormorò Xera esterrefatta, <<Una comune giovane leva, proprio come te!>> rispose raggiungendo il campo e così il resto del gruppo. 

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