martedì 6 gennaio 2015

Xera, la ragazza con la spada (pag. 118)

Il tempo trascorreva in fretta e presto giunse il tramonto. Sia Mihrrina sia Zabora si accomodarono alle spalle di Faiha, discorrendo circa le loro intenzioni in merito alla prova finale. <<Non appena Faiha si sarà riposata, potremo ritornare al villaggio; non credo che il vecchio tarderà a lungo>> asserì la Novizia masticando un filo d’erba. <<Non vedo l’ora, quest’isola inizia a stancarmi>> rispose il guerriero. <<Perché non chiudete la bocca?>> s’intromise Reilhan, ancora adirato per il modo in cui le due leve lo avevano preso in giro, <<Sta calmo curatore, non sei il solo a essere nervoso>> disse la Hem che all’improvviso si fece seria. <<Non sono nerv …>>, <<Shhh, fate silenzio! Ho sentito un rumore>> lo zittì la ragazza estraendo uno dei suoi pugnali preferiti. Reilhan avrebbe voluto ribattere, ma presto anche lui ebbe modo di udire qualcosa di sospetto. Xera si sollevò lentamente e, con la coda dell’occhio, incominciò a scrutare l’ambiente in torno a lei. Zabora invece, preferì restare accanto alle due ragazze che, a causa del rito in corso, non avevano alcuna difesa. Nessun angolo della radura fu lasciato incustodito, sebbene la situazione fosse immutata. Quando a un tratto il fogliame si mosse, attirando così l’attenzione di tutte le giovani leve. Il movimento continuò per diversi secondi e l’attesa accrebbe l’ansia dei ragazzi. Stanca d’indugiare, Mihrrina prese la mira e con assoluta precisione lanciò il suo pugnale al centro del folto cespuglio. 

Tutto tacque per un istante, almeno fin a che uno spaventato Kobay non balzò fuori dalla sua tana, scappando nella direzione opposta. Il gruppo sospirò sollevato alla vista del pavido animaletto che correva con la coda fra le gambe, suscitando non poca ilarità tra i ragazzi. <<Stupido Kobay, adesso mi tocca recuperare il pugnale>> gemette Mihrrina, che scocciata si recò laddove aveva lanciato l’arma. Non ebbe tuttavia modo di raggiungerla poiché una coltre nebbiosa all'improvviso la imprigionò. Xera corse in suo soccorso, incurante del pericolo che non si era ancora mostrato, ma nel momento in cui la nebbia le sfiorò la pelle, avvertì il corpo farsi pesante. Non poté resistere a lungo e presto ricadde al suolo priva di sensi accompagnando, suo malgrado, la giovane Hem. <<È un gas soporifero!>> esclamò Reilhan coprendosi le narici e la bocca con la mano, mentre con l’altra strinse il Maglio. Anche Zabora lo imitò e subito sguainò la spada incamminandosi verso il corpo della sua Novizia. <<Che cosa pensi di fare?>> gli intimò il curatore afferrandogli il polso, <<Aiutare Mihrrina, mi sembra ovvio>>, <<e quale parte di “gas soporifero” non ti è chiara? Se respiri la nebbia farai la loro stessa fine. Non ci pensi a Faiha? Chi la proteggerà?>>. Zabora indietreggiò, le parole di Reilhan lo avevano fatto riflettere. <<Non appena la nebbia si sarà dissolta, aiuterò le nostre amiche>> lo rassicurò ma qualcuno non fu d’accordo. 

<<Prima che la nebbia si dissolva, tu sarai già nel regno eterno>>.  Una voce maschile, a tratti familiare, si unì alla conversazione. La radura era avvolta dal gas e per i due ragazzi non fu semplice comprende da dove provenisse quel suono. <<Oggi però mi sento buono, perciò consegnatemi l’artefatto e vi lascerò vivere>>. Reilhan scrutò l’ambiente da cima a fondo, ma non scorse nulla d’insolito <<Chi sei e perché sei interessato al nostro artefatto?>> domandò tentando di distrarlo con le sue parole, ma invano. Una freccia, infatti, gli sfiorò il viso, schiantandosi sul tronco retrostante. Il graffio iniziò a sanguinare senza tuttavia intimorire il Novizio. <<Fate quello che vi dico, se ci tenete alla pelle>> ripeté. Zabora si avvicinò al corpo di Faiha, creando una sorta di scudo umano, Reilhan invece restò immobile al centro della radura, tentando di individuare il suo avversario. <<Quanto coraggio per uno che conduce un duello nascosto dietro un albero, hai forse paura?>> lo provocò nella speranza di farlo uscire allo scoperto e la sua astuzia andò a buon fine. <<Io non ho paura di nessuno!>> tuonò la voce piombando su di loro dal cielo. Un balzo felino lo condusse al cospetto dei due ragazzi, rivelando infine la sua presenza. Aveva un mantello logoro che lo proteggeva, mentre un cappuccio gli copriva il volto. 

Reilhan lo riconobbe <<Ci siamo già visti, sei quello che ha rapito Elesya già una volta>> lo additò. <<Quale onore. Ho un posto speciale nei tuoi ricordi, non sono mai stato più felice in vita mia>> ironizzò l’aggressore. Senza perdere tempo, il ragazzo tese l’arco che però era vuoto e quando la corda raggiunse la massima estensione, lasciò la presa. Una serie di frecce si materializzò a mezz’aria, costringendo il Novizio ad acquattarsi per scansare l’inaspettato attacco. I suoi riflessi tuttavia non furono abbastanza pronti, poiché una delle frecce colpì il suo braccio. Il dolore si diffuse in fretta ma non gli impedì di rialzarsi. Ritrovata la concentrazione, avvolse il Maglio di candide fiamme, per poi scagliarsi contro il suo avversario. Con entrambe le mani afferrò il manico dell'arma prediletta e ruotando il bacino per imprimere maggiore slancio al colpo, sferzò l’aria bruciandola con le sue fiamme. Il nemico però fu molto agile e come nulla fosse, evitò il tempestivo contrattacco del Novizio. Reilhan non si arrese e sebbene il braccio gli dolesse, non si perse d’animo. Sfruttando la spinta del precedente colpo, ruotò su se stesso e accostate le braccia al petto, si lanciò alla volta del suo nemico. Il peso del Maglio agevolò i suoi movimenti e grazie al controllo acquisito nel corso degli anni, fu in grado di colpire l’avversario rompendogli il braccio. 

Inginocchiato a terra a causa del dolore, il nemico fu alla mercé di Reilhan che senza esitare gli strappo il cappuccio di dosso. Il Novizio inorridì quando riconobbe il volto del suo avversario. Era Norwen, non vi erano dubbi. Persino Zabora trasalì nel momento in cui scorse il suo viso. Reilhan indietreggiò piano, creando una certa distanza tra loro. <<Pensi di aver vinto, ma è qui che ti sbagli>> lo minacciò Norwen contraendo il viso a causa del dolore lancinante. Fu in quell'istante che il curatore notò in lui qualcosa d’insolito. Al centro della fronte, infatti, vi era una runa da cui si diramavano una serie di vene nero pece, sintomo di un avvelenamento in corso. Attorno ai suoi occhi, un tempo sereni, si stagliavano profonde occhiaie che risaltavano a causa dell’eccessivo pallore del viso. A tratti gli parve irriconoscibile, osservandolo con più attenzione. <<Che cosa ti è successo?>> domandò tremante, <<Bizzarro che sia proprio tu a pormi questa domanda, il mio braccio è rotto a causa tua>> rispose Norwen ironico, <<Non prenderti gioco di me, perché ci hai voltato le spalle?>> lo incalzò ancora una volta. << Non so di cosa tu stia parlando>> affermò l’arciere e stranamente parve sincero. <<Sai chi sono io?>> asserì Reilhan, <<Sicuro, un uomo morto>>. Risollevatosi con agilità, rientrò in possesso dell’arco che poco prima aveva perso a causa dell’attacco di Reilhan e tendendolo di nuovo, bersagliò il curatore di frecce. 

Una di queste gli perforò la coscia, mentre un’altra gli sfiorò la spalla. <<Norwen non pensi a Mihrrina?>> Zabora tentò di farlo ragione chiamando in causa la sua amata, ma neanche questo servì allo scopo. <<Perché dovrei pensare a qualcuno che non conosco? Inoltre chi sarebbe Norwen?>> sentenziò l’arciere arretrando dinanzi al guerriero. <<Zabora è tutto inutile, i suoi ricordi sono stati cancellati … temo sia manovrato da qualcuno>> spiegò Reilhan gettando le frecce da una parte. Non ebbe modo di curare le sue ferite, poiché una terza serie di frecce piovve fulminea. Zabora però fu più rapido e frapponendosi tra il curatore e lo sciame acuminato, innalzò una barriera che rese nullo l’attacco dell’arciere. Reilhan gli fu riconoscente, <<è Faiha che devi ringraziare, l’orecchino che indosso è infuso della sua magia>> rivelò sbrigativo. <<Che cosa facciamo? Mihrrina non mi perdonerebbe mai se facessi del male al ragazzo che ama>> confessò Zabora, <<Credo di avere un piano, devo avvicinarmi a lui quanto basta per toccarlo, sebbene le sue frecce siano per me un muro inespugnabile>> disse Reilhan, <<Se sono solo quelle ad impensierirti, lascia fare a me. Preparati adesso, avremo una sola occasione!>>.

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