venerdì 5 settembre 2014

Xera, la ragazza con la spada (pag. 91)

Il saggio non era più nelle sue stanze e le due teste non seppero dir loro quando sarebbe tornato. I tre ragazzi fissarono ogni particolare del grande portone, la cui imponenza incuteva del timore reverenziale. <<Credi che Madame Taròt pensasse a loro, quando ci ha fatto quella richiesta?>> domandò Xera senza staccare gli occhi dalle sculture. <<Ho la sensazione che avesse calcolato ogni nostra singola mossa>> rispose il Novizio. Elesya si rabbuiò ma fu subito confortata dal caldo abbraccio della guerriera che la condusse nell’atrio centrale. <<Possiamo chiedere a Hillin. Forse lei saprà aiutarci!>> insistette riuscendole a strappare un mezzo sorriso. Ben presto però, scoprirono che anche il demone era assente e non sapendo a chi altro rivolgersi, iniziarono a studiare la loro prossima mossa. 

<<C’è solo una persona che potrebbe aiutarci, arrivati a questo punto!>> sostenne il Novizio. Reilhan si grattò il mento, com’era solito fare per schiarirsi le idee, <<Temo tuttavia che avendo coinvolto il saggio, non ci lascerà neanche avvicinare alla sua dimora>>, << A meno che … >> mormorò la guerriera. <<Scordatelo!>> inveì il ragazzo contrariato, <<Se le dessimo quanto ci ha chiesto, non sarà di lei che ci dovremo preoccupare>> disse cercando di mantenere la calma. <<E quale sarebbe allora il tuo piano? Starcene rintanati nelle nostre stanze? Non conosciamo l’entità di quel marchio e quali effetti potrebbe avere su Elesya; non me ne starò qui senza far niente!>> brontolò Xera alzando la voce. Reilhan sbuffo, esasperato dall'irrequietezza dell’amica <<La solita “testa calda”>> aggiunse abbozzando un sorriso. <<Come intenderesti procedere? Sono davvero curioso>> la stuzzicò e la ragazza iniziò a pensarci su, forse per la prima volta. 

<<Non appena il legno è anche solo sfiorato, le teste si animano>> spiegò e le due fanciulle rimasero in silenzio. <<Se solo potessimo addormentarle per qualche minuto, avremmo tutto il tempo di prendere alcuni frammenti>> suppose Elesya e fu allora che a Reilhan venne un’idea. <<In effetti, c’è qualcosa che potrebbe fare al caso nostro>> asserì, <<anche se non è detto che possa funzionare>>. Non entrò nei dettagli benché le ragazze fossero confuse. <<Tenete il passo; ne abbiamo di strada da fare!>> affermò in tono autoritario. Una volta fuori dalla dimora di Murdar, le tre leve percorsero il lungo viale che si estendeva nel lussureggiante giardino sulla sommità della scogliera. Attraversarono in fretta anche il piccolo villaggio senza lasciarsi distrarre dalle altre leve che di tanto in tanto, cercavano di attaccar briga con loro. Infine lontani dalle mura di Kodur, il Novizio indicò il vulcano che padroneggiava l’isola, spiegando alle sue compagne come quel luogo fosse la dimora delle più svariate creature. 

<<Che cosa sarebbero questi Hipis?>> domandò scettica Xera, fissando il ragazzo sorridere divertito. <<Sono animaletti davvero singolari>> rivelò senza tuttavia placare la curiosità delle due amiche. <<E sostieni che facciano al caso nostro?>> insistette la guerriera, <<Te l'ho ripetuto già troppe volte, sì!>> replicò alzando gli occhi al cielo. Reilhan esortò le sue amiche a fidarsi di lui e con passo spedito, s’incamminarono nella direzione indicata in precedenza. <<Se viaggiamo per tutta la notte, raggiungeremo il loro covo entro l’alba. A quel punto ci basterà catturarne alcuni esemplari e tornare al più presto a Kodur>> spiegò il ragazzo senza dar modo alle due amiche di replicare. <<E se intanto il saggio sarà rientrato, come faremo a prendere i frammenti?>> sostenne Elesya ma Reilhan non rispose. Xera si fermò improvvisamente <<Ho capito il tuo gioco, “signor capo gruppo”>> affermò sarcastica, <<Stai solo cercando di prendere tempo! Non hai mai avuto intenzione di contraddire Murdar>> asserì indignata e questo non passò inosservato al curatore. 

<<Non ne ho mai fatto segreto, mia cara testa calda>> rispose <<Potendo scegliere, farò sempre quanto il saggio chiede; ricordo a entrambe che sarà lui a giudicare la nostra competizione e sarà meglio quindi non contraddirlo>> aggiunse alterato. <<Le creature che stiamo cercando ci saranno utili per appropriarci dei frammenti. Se tuttavia per allora Murdar sarà tornato, accantoneremo questo insulso piano e ci rivolgeremo a lui soltanto>> annunciò e non volle sentir ragioni o lamentele. Superate le pianure che circondavano il bosco di Kodur, Reilhan le aiutò a guadare il torrente che solcava le verdeggianti distese, affinché fosse più semplice raggiungere le pendici del vulcano. <<Memorizzate questi passaggi: la prova finale si terrà sulla cima di Svaltur>> rivelò loro e un leggero fremito percorse la schiena delle due ragazze. Quando infine giunsero all’ingresso della foresta grigia che circondava la montagna infuocata, l’ambiente iniziò a cambiare diventando rovente e soffocante.

I soli erano tramontati da alcune ore e la fitta foresta impediva alla luna di illuminare i loro passi. Reilhan innalzò il maglio infondendo una parte del suo potere nell’arma e questa vibrando, s’illuminò circondata da fiamme candide e confortanti. <<Torcia perfetta per lunghe passeggiate in tetre foreste o angusti labirinti>> si pavoneggiò strizzando l’occhio alla guerriera. Xera sorrise e così Elesya. Con la sola luce del maglio a illuminare il cammino, non fu semplice attraversare la foresta. Non mancarono, infatti, diverse occasioni in cui qualcuno era inciampato nelle lunghe radici degli alberi o si era separato dal resto del gruppo. Giunti a pochi passi dalla destinazione, Reilhan si fermò mantenendo un assoluto silenzio. <<Che succede?>> domandò Elesya, messa però subito a tacere con una mossa repentina delle guerriera. Xera le tappò la bocca delicatamente e la ragazza, nonostante fosse stata colta alla sprovvista, mantenne la calma. All’improvviso il silenzio fu interrotto dal rumore di rami spezzati che tuttavia non provenivano da una sola direzione. 

In un lampo scarlatto, Xera sguainò Rhinvel che insieme al maglio, illuminò il piccolo spiazzo nel quale erano stati circondati. Elesya invece restò in disparte, ma si tenne pronta ad attaccare afferrando saldamente il suo bastone. La spada rossa vibrò e Xera seppe quando sferzare l’aria con un unico e deciso fendente. Una lama di vento invisibile raggiunse un punto preciso tra gli alberi, tagliando di netto i tronchi e bruciandone le chiome. Le strane creature che si nascondevano dietro di essi, iniziarono a disperdersi intimorite dalle fiamme e dal baccano che la caduta degli alberi aveva provocato. In men che non si dica la strada fu di nuovo sgombra. <<Era proprio necessario?>> domandò il curatore scuotendo il capo dinanzi ai piccoli focolari che si stavano propagando. <<Forza, aiutatemi a spegnerli. Non voglio che la foresta possa bruciare per colpa nostra!>> insistette dissipando le fiamme con della terra. <<Dovresti tenere a freno quella lama>> tenne a precisare dopo aver estinto il fuoco <<Avresti potuto ferire qualcuno!>> ma Xera non rispose. 

Con il viso imbronciato, continuò a seguire i suoi due amici, riflettendo tuttavia su quanto fosse vasto il potere della nuova lama. Trascorsero altre due ore e finalmente il trio giunse a destinazione. Si erano spinti fin sotto il vulcano, la cui roccia di basalto baluginava appena se illuminata dai riflessi della luna. L'alba però era ormai prossima e pian piano il cielo incominciò a schiarirsi offrendo alle leve una visuale migliore della nuova zona raggiunta. Si trattava di una parete scoscesa, gremita di buchi profondi e oscuri, dimora di singolari creature benché di loro non vi fosse alcuna traccia. <<Dobbiamo entrare in una di queste caverne! Quale, non farà alcuna differenza>> affermò il curatore e le ragazze continuarono a seguirlo, nonostante fossero affaticate. Imboccato il primo tunnel, iniziarono ad attraversarlo utilizzando le armi come fossero torce. Giunti quindi dinanzi a una biforcazione, scelsero la strada alla loro destra e la seguirono sino alla fine dell’angusto passaggio. Le pareti erano molto vicine e a stento riuscirono a mantenere la posizione eretta. 

Man mano che proseguirono, l’aria divenne sempre più pesante e irrespirabile, al punto che i tre ragazzi cominciarono a sudare copiosamente. <<Per quanto ancora dovremo camminare?>> domandò Xera esasperata dal caldo e appiccicoso ambiente che le rievocava spiacevoli ricordi. <<Non sprecare il fiato, Xera. Conviene invece farne una buona scorta; da quel che vedo, ne avremo bisogno>> ribatté il curatore che fermatosi ancora una volta, fece loro notare come il passaggio si fosse ristretto. <<Ci toccherà procedere carponi, non vedo altra soluzione>> spiegò e chinandosi a quattro zampe, proseguì come nulla fosse. Subito mani e ginocchia iniziarono a dolere, poiché il terreno sul quale si trovavano era diventato molto caldo. <<Ci siamo quasi!>> disse infine e aiutato dal maglio, allargò l’uscita permettendo alle due amiche di superarla con facilità. Elesya restò a bocca aperta. Seppur fosse consapevole di essere giunta fin dentro il vulcano, lo scenario davanti al lei era davvero surreale. 

Un ampio prato ambrato si ergeva a perdita d’occhio con diverse fontane naturali di lava, che ribollivano alle estremità. Una luce calda e accogliente li investì accecandoli per alcuni minuti e presto la giovane maga si domandò da dove potesse provenire. <<Siamo dentro il vulcano, eppure questa sembra proprio la luce dei due soli>> asserì Elesya ammirando l'emozionante spettacolo. <<Guardate!>> disse Reilhan indicando un punto preciso verso l’alto <<Non fatevi ingannare, sono quelle rocce a illuminare questo posto>>. Xera osservò più attentamente e quando i suoi occhi si abituarono alla luce, notò che a sovrastarli vi era una parete disseminata da piccole pietre incandescenti, che splendevano come potenti torce. <<Non avevo mai visto così tante Anhar in un solo luogo>> affermò meravigliato il Novizio, <<Anhar?>> domandò Xera, <<Le Pietre Solerine, è così che le chiamiamo a Payanir>> rispose Elesya sorridendo, <<Rocce in grado di catturare la luce del sole e di irradiarla per sempre. Una volta ho visitato un castello illuminato soltanto da queste pietre. Ricordo la mia tutrice che mi prese per mano e mi spiegò quanto siano rare in natura e che averle nella propria casa, era sinonimo di prestigio e potere>>. Xera ascoltò in silenzio, affascinata dallo spettacolo cui stava assistendo, ma Reilhan catturò la loro attenzione indirizzandole su qualcosa di altrettanto singolare.

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