martedì 3 giugno 2014

Xera, la ragazza con la spada (pag. 68)

Quando tutti i compagni furono finalmente riuniti della stanza del Novizio, Alea non si perse in chiacchiere e prendendo subito la parola, spiegò ai tre amici le sue opinioni in merito al duello precedente. Il primo punto trattato fu la presunta dipartita di Elesya, <<Non ne sono ancora sicura ma penso che la tua morte sia stata solo apparente, in altre parole: quando quel Dereth ha infilzato il tuo cuore come uno spiedino, anziché ucciderti ti ha indotta in un sonno profondo>>. Al che il curatore disse. <<Indubbiamente il tuo modo di esporre i fatti può definirsi più che conciso, sento tuttavia di dover dissentire poiché sono certo che Elesya fosse morta; al contrario, i miei poteri me lo avrebbero rivelato!>>. Alea camminò avanti e dietro per tutto il perimetro della stanza, poi quasi colta di sorpresa, aggiunse. << Credo allora di aver compreso come sono andate le cose: quando il tizio ha colpito Elesya, non le ha ferito il suo corpo bensì la sua anima. È una magia piuttosto complessa e questo spiegherebbe in effetti, come mai i poteri del curatore siano stati ingannati>>, <<Non capisco!>> ribatté perplessa Xera. 

<<Nel momento in cui la nostra anima subisce un trauma, qualunque esso sia, anche il corpo manifesta delle conseguenze e su questo principio alcuni maghi hanno sviluppato i propri poteri. Non tutti, infatti, sanno che interferire con l’anima di un individuo, equivale a ucciderlo o comunque a ferirlo gravemente. La cosa peggiore inoltre è che la comune magia curativa risulta del tutto inutile contro di essa>>. Reilhan, scettico, si sollevò di scatto dal letto riaprendo così le sue ferite. <<Ho visto il sangue di Elesya scorrere tra le mie mani, non credo quindi che quel tizio si sia limitato a ferirle lo spirito>>. Alea obiettò <<Per quel che concerne la ferita, sono ancora in alto mare; a questo punto credo si sia trattato di un inganno, il cui obiettivo era forse quello di deconcentrarvi e quindi rendervi incapaci di affrontare il duello al meglio delle vostre capacità>>. 
<<A che scopo dunque?>> domandò perplessa la giovane maga, incapace di comprendere quali ragioni muovessero i suoi avversari. << Purtroppo non lo so: credo abbia a che fare con il saggio Murdar e il dono elargito a Xera>> poi dopo aver fatto una breve pausa, Alea aggiunse << Vorrei però ricondurre la vostra attenzione, al dettaglio più importante della vicenda!>>. La spadaccina si accomodò su una delle poltrone della stanza e scura in volto, continuò la sua spiegazione. <<Non è un mistero per voi, che la vostra compagna sia dotata di una forza sovrumana>>.  I due amici annuirono. <<Bene, non vi è sembrato strano che sia stata bloccata con facilità da quel tizio? Io stessa dispongo quasi della medesima forza, eppure tenerla a bada per me è stato davvero difficile. Come ha potuto dunque un comune essere umano, non subire ingenti danni dai pugni di Xera? E soprattutto, com’è riuscito a immobilizzarle le braccia e quindi ferirla?>>. 

Tutte quelle domande iniziarono a ronzare vorticosamente nella testa delle giovani leve fino a quando il curatore non intervenne di nuovo <<Di che danno stiamo parlano? Ho già estinto il taglio che aveva sul collo!>> rispose perplesso. <<Forza Xera spogliati e fai vedere loro quei lividi … perché mi guardi in quel modo? Ho per caso detto qualcosa di sbagliato?>> asserì agitando la coda, <<Non credo sia necessario spogliarmi>> rispose la guerriera e alzando una manica, mostrò i segni che Dereth le aveva lasciato sulla pelle. <<Tutto questo è assurdo!>> affermò Reilhan ad alta voce, sollevandosi nuovamente dal letto. <<Smettila di agitarti Rei o le tue ferite torneranno a sanguinare>> lo ammonì Elesya, rimboccandogli le coperte. 

<<Nemmeno un Hòros è riuscito a lasciare dei lividi sul corpo di Xera, ho persino ipotizzato che la sua pelle fosse simile al metallo>> poi ignorando le occhiatacce della guerriera, restò in silenzio assorto nei suoi pensieri. << E se anche Dereth fosse …>> ma non poté finire la frase poiché Alea sovrastandolo, aggiunse <<Lo escludo! Il mio fiuto non sbaglia mai, se lui fosse un Tohua, io lo saprei!>>.  Di nuovo calò il silenzio. <<Statene alla larga fino a quando non avrete informazioni migliori!>> dichiarò risoluta, infine.

Improvvisamente qualcuno bussò con forza alla porta della stanza dieci. <<Che sia Hillin che ci ricorda l’ora di cena?>> ipotizzò Elesya timorosa. <<Ah no, non credo proprio; purtroppo il pasto è ancora lontano>> rispose sconsolata Alea. <<Capitano, so che è li dentro!>> urlò qualcuno al di la del'uscio, continuando a percuoterlo ripetutamente. <<Oh mia Dea! Mi hanno trovato!>> affermò la spadaccina sollevandosi in fretta dalla poltrona e cercando quindi di fuggire dalla finestra. La porta però si spalancò e Alea non poté più scavalcare il davanzale. Una fanciulla dai capelli corti e biondi come il grano maturo entrò forzatamente nella stanza. Con lo sguardo funesto e affaticata per aver sfondato l'anta, raggiunse la ragazza senza degnare gli altri di una sguardo per poi assumere, al suo cospetto, una posa assai rigida con una  mano sul petto.  

<<Mio Capitano, Te ora Mure ore>> disse, infine terminato il saluto, abbandonò ogni tipo di formalità e con circospezione esaminò tutta la stanza. <<Siete voi la giovane donna che il mio Capitano ha allenato per una settimana?>> domandò a Elesya che confusa, si limitò a scuotere il capo dissentendo. La fanciulla allora concentrò tutto il suo astio contro Xera che turbata dalla nuova arrivata, chiese spiegazioni alla mentore. <<Che cosa ci fai qui Saya?>> affermò Alea ricomponendosi. <<Saya Rakan a rapporto, mio Capitano! L’onorevole Murdar mi ha concesso di approdare su Horsia per comunicarti delle notizie urgenti e “riservate”!>> rispose ponendo l'accento sull'ultima parola con il tono della voce.
<<Va bene, possiamo parlarne nella mia stanza, ma prima dovrai scusarti con queste persone: non è opportuno invadere le camere altrui in questo modo >> la ammonì severa e Xera non poté essere più d’accordo. Saya fu ben lieta di porgere le sue scuse al curatore e alla maga, quando però toccò alla guerriera, la ignorò per poi uscire dalla stanza visibilmente infastidita. 

<<Che cosa le ho mai fatto!>>  si domandò  ad alta voce, perplessa dinanzi a una simile reazione. <<Non farci caso: Saya non sopporta che io venga meno ai miei doveri di Capitano. Deve aver saputo che ho abbandonato Nortor per te e ora … si posso affermare che ti detesti; mmh, ignorala te ne prego. Quando avrete modo di conoscervi meglio, ti renderai conto di quanto sia gentile in realtà … a momenti … con la luna piena … e dopo una festa a base di vino speziato>>.
Alea abbandonò la stanza del curatore per raggiungere la sua sottoposta, dando così modo ai tre amici di restare soli. <<Non appena avrò smaltito questo dannato veleno, potremo finalmente riprendere la nostra competizione. Spero davvero di non incontrare ulteriori complicazioni: a volte penso che qualcuno ci stia intralciando di proposito, divertendosi nel vederci barcamenare in situazioni senza né capo né coda>> affermò sconsolato il Novizio. <<Siamo stati solo sfortunati!>> aggiunse Elesya sospirando poi rivolgendosi a Xera, domandò <<Che cosa è accaduto durante la nostra separazione, mi sembri così diversa!>>. 

La guerriera allora abbassò lo sguardo e ripensando al supplizio subito, iniziò a narrare le sue disavventure. << È terribile!>> obiettò la maga, <<Capisco che volesse spronarti, ma minacciarti in questo modo, è imperdonabile. Hai superato il rito, possiamo quindi dedurre!>> asserì. <<Sì! C’è stato un momento in cui ho pensato di non farcela, il potere di Alea è inconcepibile>> spiegò, << è in grado di far emergere strascichi della nostra anima a noi del tutto sconosciuti, per poi piegarli al suo volere e infine sottometterli; il possedere inoltre ben due sigilli incisi sulla schiena (cosa abbastanza rara) ha fatto sì che diverse entità albergassero nel mio corpo e la loro continua diatriba presto o tardi mi avrebbe logorato. Adesso però, grazie ad Alea, la mia anima ha ripreso il sopravvento e, se riuscirò a mantenere lo status attuale, un giorno sarò in grado persino di controllare la mia mutazione, proprio com'è accaduto a lei>>. In seguito alle spiegazioni di Xera, i tre ragazzi poterono finalmente rilassarsi, ma non a lungo poiché Alea fece subito ritorno.

Con indosso il suo mantello e la borsa in spalla, era ormai pronta per congedarsi dal gruppo. <<Ho ricevuto precisi ordini che questa volta non posso ignorare>> spiegò, <<Purtroppo la nostra resistenza a Nord di Nortor è stata annientata!>>, <<Capitano! Sono informazioni riservate, non puoi rivelarle a dei civili>> lamentò Saya contrariata. <<Non ti preoccupare, ben presto anche loro dovranno affrontare la minaccia che si cela nel cratere Kroinei; è giusto che sappiano quindi!>>. <<Kroinei hai detto? Ma non è dove si è schiantato il meteorite oscuro>> replicò Xera sconvolta. <<Come fai a saperlo?>> ribatté Saya, <<Io sono cresciuta a Dalihan e la mia casa non è molto distante dal luogo dell’impatto>>. La fanciulla guardò il suo Capitano con stupore e quasi bisbigliando, disse << È la ragazza Rouster?>> ma Alea le impose di tacere e Saya non aggiunse altro. <<Che cosa sta succedendo? Mia madre è forse in pericolo?>> asserì la guerriera allarmata. 

<<Non temere, i miei soldati stanno presidiando la tua città e inoltre io li raggiungerò a breve; puoi quindi considerarla in una botte di ferro>>.  Xera si tranquillizzò e sollevata, strinse la mano della mentore ringraziandola più volte. Saya tuttavia non le permise di continuare a lungo, poiché seccata dalla confidenza nata tra le due ragazze, invitò il suo Capitano ad affrettare i saluti finali. <<Questo è un arrivederci, sia chiaro! Conto di vederti presto tra le file dei miei uomini>> mormorò rivolta a Xera, <<Per voi invece ci vorrà più tempo, ma sono certa che le nostre strade sono destinare a incrociarsi ancora>>. Alea odiava perdersi in chiacchiere per cui, fatte loro le ultime raccomandazioni, si congedò e in fretta abbandonò la dimora del saggio Murdar.

Quando infine tornarono al porto di Horsia, poco prima di imbarcarsi, Alea scrutò l’isola un’ultima volta. Saya se ne rese conto e stringendosi al suo braccio, le disse <<Capitano perché le avete mentito su sua madre?>>. La spadaccina s’intristì. <<Quella ragazza ha già dovuto affrontare notevoli afflizioni, rivelarle quindi la verità, avrebbe compromesso tutto quello per cui ha tanto lottato. Inoltre in questo momento non avrebbe potuto far nulla a riguardo … tuttavia confido che un giorno non lontano, sarà per noi una risorsa preziosa e chissà forse anche colei che risolleverà le sorti del nostro regno. Quel giorno però, non è oggi!>>. <<Capitano, quella ragazza ti ha cambiata … lo detesto!>> confessò Saya e Alea sorridendole, le rispose <<Tranquilla tenente, sei sempre tu la mia preferita>>. Le fanciulle raggiunsero presto le proprie cabine: alla fine di quel viaggio, una guerra le attendeva.

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