martedì 6 maggio 2014

Xera, la ragazza con la spada (pag. 60)

<<Forza svegliati! Non siamo venute qui per riposare>> disse Alea impaziente. Xera aprì gli occhi a fatica, dopo aver trascorso la notte precedente a correre tra i boschi, si sentiva stanca e spossata, soprattutto perché non dormiva da due giorni. <<Che cosa farò oggi? Nuoto? Corsa con i sacchi?>> le rispose irritata. Una volta lontane dal villaggio infatti, Alea aveva sottoposto la guerriera a esercizi fisici intensi e tra questi erano compresi anche i classici giochi delle fiere di paese. <<Ricordi cosa ti ho detto?>> la ammonì, <<Farai tutto quello che ti dirò, senza mai lamentarti>> ripeterono all’unisono. <<Bene, adesso alzati; ti concedo cinque minuti per rinfrescarti e mangiare, dopo di che ricomincerà il tuo addestramento>> le intimò la ragazza prima di inoltrarsi tra i boschi, immersa nei suoi pensieri. 

Xera non perse tempo, se c’era una cosa che aveva imparato in quei giorni, era che Alea metteva in pratica tutto quello che diceva e niente le avrebbe impedito di mantenere i suoi propositi, anche a costo di rischiare la propria vita. I minuti passarono veloci e ben presto la ragazza fece ritorno con qualcosa tra le mani. <<Prendi!>> disse, lanciandole un lungo bastone di legno che Xera afferrò al volo come fosse una spada. <<Oggi ho deciso che è giunto il momento di proporti una piccola sfida>> le annunciò, <<Se entro il tramonto del primo sole, riuscirai a colpirmi almeno una volta, ti permetterò di tornare dai tuoi amici>>. La giovane leva restò incredula << Pensavo che …>> asserì balbettando, <<Pensavi cosa?>> domandò Alea, <<Credevo che ci saremmo allenate per una settimana, cosa ti ha fatto cambiare idea?>>. 

La ragazza allora iniziò ad agitare la coda e sorridendole beffarda, rispose <<Questa è davvero bella! È così dai per scontato che riuscirai anche solo a sfiorarmi, allora lascia che cambi le condizioni di questa sfida>>, poi porgendole le spalle e deponendo la sua fidata Kenòs, continuò <<Se riuscirai a colpirmi prima che questa settimana volga al termine, potrai tornare dai tuoi amici>>. Con un agile balzo si allontanò dalla guerriera <<Sempre che tu riesca prima a trovarmi>> e correndo velocemente, svanì inghiottita dal bosco. In un primo momento Xera rimase senza parole, poi, però tornata in sé, inseguì la ragazza, armata di bastone. Nei giorni precedenti aveva già avuto modo di prendere dimestichezza con quei luoghi, cosa anomala per una persona incapace di orientarsi, infatti, muoversi evitando rami e radici era diventato molto semplice. Quello che invece divenne arduo, fu il restare al passo con la grande velocità della nuova arrivata. Agile e precisa, scivolava tra gli alberi elegante come un Fhian e i suoi stessi passi erano silenziosi e leggeri. Di tanto in tanto capitava che si fermasse di proposito per dar modo alla guerriera di avvicinarla, per poi evitare come nulla fosse i suoi attacchi e riprendere a correre nella direzione opposta. 

Dopo circa due ore, Xera era talmente confusa da non riuscire più a capire da che parte andare. Così non vedendo Alea da nessuna parte, si accostò a un albero per riprendere fiato e avvistata una piccola fonte d’acqua vicina, si dissetò. Quando però rialzò la testa dal ruscello, si ritrovò di fronte la ragazza che la fissava incuriosita. <<Se fosse stata una missione, avresti già fallito. Quando insegui qualcuno, non hai il tempo di fare pause e riposini o forse alla fine, non t’importa così tanto di ritornare dai tuoi compagni!>> la schernì Alea. <<Credo che ti manchi ancora la giusta motivazione e si dà il caso che l’informazione che sto per darti, potrebbe esserti utile>>. Anche Alea approfittò della fonte per dissetarsi, dopo di che continuò. <<Ti avevo già accennato che sono tornata sull’isola per ordine di Murdar, il quale in seguito mi ha assegnato il compito di addestrarti>>

Xera annuì, <<In verità ho omesso una parte del discorso: Murdar mi ha sì ordinato di allenarti ma allo stesso tempo, ha lasciato a me il giudizio finale in merito alla tua permanenza su Horsia … o forse credevi che un’inesperta Tohua potesse circolare liberamente su un’isola gremita di ragazzi, con il rischio di mutare da un momento all’altro? Se alla fine di questa settimana il mio giudizio sarà negativo, dovrai abbandonare Horsia e probabilmente sarai condotta in prigione per impedirti di far del male a qualcuno>>. Xera impallidì. Non avrebbe mai voluto trascorrere la sua vita in cella, né tanto meno abbandonare Horsia e i suoi amici. <<Se non riuscirai a colpirmi entro la fine della settimana, il mio giudizio finale sarà negativo>> concluse. La guerriera però non si lasciò abbattere e afferrando nuovamente il bastone, si fiondò contro la ragazza cercando di colpirla. Per Alea tuttavia, fu uno scherzo evitare ogni singolo affondo. <<Ti ho detto che ti sbatterò in prigione per il resto della tua vita e continui ad attaccarmi senza impegno; nei tuoi occhi leggo solo paura e nessuna sicurezza, di questo passo dovrai tener pronta la bisaccia>> asserì delusa, evitando i suoi colpi. 

In preda al panico allora, Xera cominciò a imprimere più forza nei suoi attacchi, fino a sgretolare il bastone con le sue stesse mani. <<Ohi Ohi! Ti servirà una nuova arma; guarda, questo bosco ne è pieno>> disse Alea ironica. Xera afferrò così il primo pezzo di legno a portata di mano e ancora scossa, lo agitò cercando di colpire la ragazza. Alea però si muoveva velocemente e ogni volta che la guerriera era sul punto di toccarla, la fanciulla con balzi e capriole, ribaltava la situazione. Ancora una volta corse tra gli alberi e Xera seppur esausta, riprese il suo inseguimento. Ben presto però il primo sole iniziò a tramontare e dopo alcune ore, anche il secondo. Il buio quindi avvolse l’intero bosco, rendendo la caccia ancora più difficile, ma proprio quando la guerriera pensò che la situazione non potesse peggiorare, iniziò a piovere e la terra solida, si tramutò in fango. Ogni movimento divenne più pesante, così come i suoi stessi abiti bagnati. 

<<Non credere che con l’arrivo della notte, ci riposeremo!>> le urlò da lontano Alea, sovrastando lo scrosciare della pioggia, <<Non ti preoccupare, non l’ho pensato nemmeno per un momento>> le rispose Xera irritata. <<Guarda il lato positivo!>> continuò, <<E quale sarebbe, sentiamo?>>, <<Fino a quando pioverà, non avrai più motivo di pensare alla sete>> e ridendo divertita, ricominciò a correre. L’inseguimento continuò per tutta la notte e Xera non poté nemmeno avvicinarsi alla ragazza, a causa del terreno accidentato. Più volte era inciampata e i suoi abiti nuovi divennero completamente zuppi e infangati. Persino i capelli, prima raccolti in una lunga e ordinata treccia, erano scompigliati e sporchi. Alea al contrario era ancora impeccabile, persino le sue scarpe non avevano risentito della pioggia, come se si fosse librata in volo invece di correre. Quando l’alba giunse e la pioggia cessò, Xera si rese finalmente conto che inseguendo la ragazza, era inavvertitamente tornata al loro piccolo accampamento e approfittando della situazione, si liberò della bisaccia, del mantello e persino di una parte dei suoi abiti, alleggerendosi notevolmente. Con solo indosso una camicetta, pantaloni, stivali e guanti, afferrò il bastone ancora una volta e ritornò a inseguire le tracce di Alea. 

Muoversi divenne più semplice e perfino la stanchezza per un po’ sembrò mitigarsi. <<Pensa Xera, pensa!>> ripeté fra sé e sé, <<Se mi limito a correre senza un piano, non riuscirò mai a raggiungerla>> ipotizzò. Poi però, ragionando a mente lucida, finalmente ricordò la sua migliore attitudine: la strategia. Approfittando della fitta vegetazione, nascose la sua presenza cercando di fare il meno rumore possibile, poi accertatasi che Alea fosse lontana, dispose una semplice trappola il cui intento era di imprigionare la ragazza. Aveva visto Reilhan realizzarla così tante volte, che riprodurla fedelmente fu un gioco da ragazzi. Le bastò, infatti, annodare delle liane e nasconderle tra il fango e il fogliame. Rapidamente infine, tornò al campo non lontano per recuperare il suo mantello e lo sistemò in maniera tale da sembrare una persona seduta, intenta a riposare. Xera sapeva però, che Alea non sarebbe mai caduta in trappola con quell'espediente così banale, considerando poi che la sua esca era incompleta. Velocemente quindi si privò del fiocco rosso e lo utilizzò per fermare alcune foglie intrecciate, che avrebbe così fatto passare per i suoi capelli. Il colore però era diverso e non avendo nulla per tingerle, afferrò il piccolo pugnale che le aveva donato Mihrrina e si ferì volutamente la mano sinistra, affinché il suo stesso sangue macchiasse e quindi camuffasse la finta treccia. Ultimati gli ultimi preparativi, si nascose e aspettò.

Dopo mezzora intravide la figura di una donna avvicinarsi in fretta. <<Credevo di essere stata chiara! Non ci si riposa durante l’addestramento … sempre che tu non ti sia arresa>> disse Alea ad alta voce, ma non sentendo alcuna risposta, si avvicinò incuriosita alla sagoma. Non appena sfiorò il mantello, una liana le avvolse la caviglia sinistra e con forza la spinse in alto, ritrovandosi ben presto a testa in giù. Solo allora Xera si mostrò e compiaciuta riprese possesso del suo porta fortuna, indossandolo nuovamente. 
<<Davvero astuto da parte tua, utilizzare delle trappole per catturarmi e addirittura ferirti di proposito per creare un’esca credibile: sono senza parole>> asserì Alea soddisfatta, <<Tuttavia non posso credere che tu abbia anche solo immaginato che un simile trucchetto ti aiutasse a vincere la sfida>> la schernì. <<La tua posizione attuale dice il contrario!>> rispose a tono Xera. <<Se lo pensi sul serio, allora prova a colpirmi e lo scoprirai tu stessa>> ribatté Alea provocandola. 

La guerriera non se lo fece ripetere due volte e armata di bastone, si fiondò contro la ragazza. Quando tuttavia fu sul punto di toccarla, Alea oscillò con forza allontanandosi e senza alcuna difficoltà si liberò dal cappio, utilizzandolo infine per raggiungere un ramo in alto. <<Visto?>> disse la ragazza sorridendo, <<Ne hai di strada da percorrere, prima di potermi catturare, ora basta perdere tempo però, ci siamo riposate abbastanza!>>, <<Non c’è bisogno che tu me lo dica>> borbottò Xera e con il morale a terra, non le resto da fare altro che ricominciare a correre.

2 commenti:

  1. Riuscirà la nostra eroina a tornare dai suoi amici? La risposta alla prossima puntata. Brava continua cosi'.

    RispondiElimina

Dimmi cosa ne pensi