venerdì 2 maggio 2014

Xera, la ragazza con la spada (pag. 59)

Trascorsero alcune ore prima che i due ragazzi avvistassero dei Pokiha e nonostante fossero una specie diffusa in quei boschi, non furono semplici da individuare proprio a causa della loro rinomata furbizia. <<Barz aveva detto che sarebbe stato semplice, ovviamente ci ha preso in giro!>> affermò la giovane maga contrariata. Il Novizio invece sapeva che per quel tipo di missioni, bisognava armarsi di grande pazienza. <<Ricorda che sono animali scaltri, non si faranno trovare facilmente; allo stesso tempo però, hanno un debole per i dolci e se utilizzeremo la giusta esca, catturarli sarà semplice>>. 

Reilhan spiegò il suo piano alla compagna e prima che Elesya potesse lamentarsi, le ordinò di evocare le sue funi oscure e di piazzarle in punti strategici, accanto a dei biscotti. Dopo aver disposto le trappole, si nascosero e aspettarono. Passarono soltanto alcuni minuti e la prima preda si fece avanti. Elesya fu colpita dall’eleganza di quell’animale: non aveva notevoli dimensioni, era, infatti, poco più grande di un gatto e come quest’ultimo, aveva delle grandi orecchie pelose e nere. Il musetto invece era più piccolo e fino di color bianco. Il manto inoltre sembrava voluminoso e soffice, così come la lunga e affusolata coda, i cui toni ricordavano quelli del rame. <<Non osservarlo troppo a lungo o ti mancherà la forza per catturarlo>> le sussurrò il Novizio ma Elesya era una ragazza molto sensibile e far del male a qualcuno, sia pure un nemico, era per lei motivo di sofferenza. <<Stringi le corde attorno alle zampe!>> le intimò l’amico, ma la giovane maga non ne ebbe il coraggio e per tutta risposta, richiamò la sua magia e la dissolse.

<<Cosa ti è saltato in mente? Ci abbiamo impiegato ore per trovare il posto giusto e tu mandi tutto all’aria!>> lamentò Reilhan, <<Non voglio uccidere dei poveri animali indifesi; mi dispiace, ma dovrai fare a meno di me per questo incarico!>> ribatté Elesya sul punto di piangere.

<<Bene! Ora però, vorrei che tu mi spiegassi come intendi procedere con tutte le altre missioni che ci assegneranno: se non riesci a svolgere nemmeno le più semplici, come pensi di portare a termine anche le prossime? Anzi mi chiedo perché tu stia partecipando a questa competizione, se il tuo intento è di non far del male a nessuno!>>. Elesya si rabbuiò. <<Essere su quest’isola è un onore per noi, non devi dimenticarlo; in molti ci hanno provato e in tanti hanno fallito. Mi dispiace essere così duro con te, ma da quando siamo scesi dalla nave, non hai fatto altro che aggrapparti ai tuoi compagni, piangendo se le cose andavano male. All’inizio ho preferito chiudere un occhio, anche perché sei la sola in grado di far ragionare la nostra “testa calda”. Adesso però che lei è lontana, m’illudevo che tu facessi la tua parte, invece continui a frignare e a lamentarti … io credo che tu debba lasciare quest’isola!>>. 

Le parole di Reilhan risuonarono come un eco nella sua testa. Elesya avrebbe voluto ribattere ma ciò che il Novizio le aveva confessato era la verità, per cui preferì restare in silenzio ricacciando le lacrime. <<Scusami!>> le disse poco dopo, <<Sono ancora nervoso per la partenza di Xera e so che non mi giustifica! Avrei dovuto dirti ciò che pensavo diversamente e con meno asprezza>>, <<No … hai fatto bene invece! Quello che hai detto è tutto vero, sono una debole dal pianto facile. È sempre stato così sin da piccola! Ogni volta che piangevo, qualcuno accorreva da me per soccorrermi, così con il passar del tempo ho cominciato a pensare che non fossi in grado di fare nulla da sola ed ora credo di esserne del tutto convinta. Forse dovrei davvero abbandonare l’isola, non penso che questo sia il posto giusto per me>> rispose la ragazza. 

Reilhan le sedette accanto, anche lui aveva provato i suoi stessi dubbi in passato e nessun’altro avrebbe potuto comprendere meglio, lo stato d’animo della sua amica. <<Io ho perso una persona cara prima di capire che scappare non è mai la soluzione ai problemi. Se ora tu facessi ritorno a Payanir, te ne pentiresti per il resto della vita, senza contare poi che finito l’allenamento, Xera non ritroverebbe più la sua fidata amica ad attenderla>>. Elesya sorrise ripensando alla guerriera, ma la sua scarsa autostima non era un avversario semplice da battere. <<Facciamo un patto!>> affermò il novizio, poi prendendole la mano, le disse <<Giacché non possiamo allontanarci dal villaggio, accetteremo tutte le missioni minori a disposizione e durante lo svolgimento di queste, io ti allenerò. Se al ritorno di Xera sentirai ancora che l’isola non è il tuo posto, potrai almeno salutare la nostra amica, prima di lasciare Horsia per sempre>>. 

La giovane maga restò in silenzio ripensando a quanto aveva vissuto in quei pochi mesi. Abbandonare tutto senza nemmeno salutare la guerriera, sarebbe stato un gesto vile che Xera non meritava, inoltre una volta tornata a casa, avrebbe dovuto rinunciare al suo sogno, senza nemmeno averci provato sul serio. <<Una settimana, hai detto? Va bene!>>, Elesya strinse a sua volta la mano del compagno e sussurrando la formula che ormai conosceva a memoria, evocò le corde nere che avvolsero il corpo del Novizio, immobilizzando. <<Che cosa stai facendo?>> domandò sorpreso, <<Mi assicuro che tu non possa aiutarmi a svolgere questa missione, riposati mentre io andrò a caccia!>>. La maga quindi si allontanò, cercando di non fare troppo rumore e abbandonò Reilhan senza dissolvere la sua magia, <<Donne, chi le capisce è un genio!>> disse sbuffando.

La mattina trascorse in fretta e presto il primo sole iniziò a tramontare, fu allora che le corde svanirono liberando il Novizio. <<Fortuna che la sua magia ha ancora una durata limitata, al contrario avrei trascorso la notte legato come della carne essiccata!>> pensò. Si sgranchì le gambe e ricomponendosi, decise di aspettare la maga fino al tramonto del secondo sole. Proprio quando la notte iniziò a farsi largo nel cielo, Elesya tornò portando in spalla le dieci prede richieste. <<Sono senza parole!>> affermò Reilhan, <<Ora non ci resta che cercare i cinque Fhian>> disse contento. La maga però, non fece in tempo a consegnargli il frutto della caccia, che perse i sensi. Bastò tuttavia farle annusare una pianta dal profumo intenso per svegliarla. <<Come ti senti?>>, <<Che cosa è successo?>> domandò la ragazza confusa. <<Sei svenuta, devi aver usato troppa magia e il tuo corpo non è abituato>> le spiegò il Novizio. <<Inoltre la sensibilità di una persona non si cancella con un semplice discorso d’incoraggiamento, aver tolto la vita a quegli animali deve averti provato>>. Reilhan avvicinò le prede alla ragazza e prendendole le mani, recitò un’antica formula di ringraziamento appresa anni prima. <<Voglio insegnartela, sono sicuro che tu sia la persona giusta alla quale tramandarla, Hila ne sarebbe stata contenta>>.


Elesya tentò di risollevarsi, ma la debolezza non l’aveva ancora abbandonata, così Reilhan accese un fuoco di fortuna e accertatosi che la compagna fosse al sicuro, si allontanò per concludere l’incarico. Diversamente dalla maga, Il Novizio aveva più esperienza con le missioni di caccia e fu uno scherzo per lui procurarsi le prede mancanti. Dopo due ore tornò al piccolo accampamento e poiché mancava ancora molto tempo prima della consegna, decise che sarebbe stato saggio riposare. Mangiarono un pasto veloce, grazie alle scorte di Aldaria e una volta sazi, dormirono a turno. Quando però toccò a Elesya, la ragazza non riuscì a prendere sonno a causa delle forti emozioni provate, così preferì concentrarsi sullo studio della pergamena che le era stata donata da Murdar. 

<<Che cosa pensi che sia?>> domandò il ragazzo incuriosito, <<Non saprei, a prima vista credo un incantesimo, ma non riesco nemmeno ad aprirla: è come sigillata>> rispose Elesya. Reilhan osservò il rotolo con molta attenzione; anche senza toccarlo, percepiva un intenso potere provenire dal pezzo di carta. <<Quando Chundra mi ha donato l’antica preghiera, ho subito avvertito un potere intenso che avvolgeva il testo, adesso sto provando la stessa sensazione con la tua pergamena, ma l’energia è completamente diversa>>, <<Che cosa vuoi dire?>>, <<Non so spiegartelo bene: è come se volessi paragonare un’intensa luce calda, a un’oscura e fredda ombra>>. Elesya era confusa e spaventata, suo nonno era sempre stato una persona buona e gentile, non le avrebbe mai tramandato un oggetto pericoloso. 

<<Questa è solo la mia impressione, non deve tuttavia condizionarti. Le nostre magie sono molto diverse, dovresti poterlo capire tu stessa ormai. Quando mi hai avvolto con le corde nere, ho percepito il medesimo potere>>. Anche la giovane maga aveva provato le stesse sensazioni, dinanzi alla magia del curatore e finalmente iniziò a comprendere la vera natura dei suoi poteri, allo stesso modo però, sentiva di non saperne abbastanza. <<L’unica cosa che posso fare adesso, è cercare di capire come sbloccare la pergamena: forse Murdar potrebbe aiutarmi in tal senso>> affermò Elesya. <<Perfetto!>> ribatté il Novizio, <<Domani, dopo aver consegnato le pelli, ritorneremo dal saggio … speriamo solo che Hillin sia altrove, quella donna mi dà i brividi. Ora cerca di riposare, ci attende una giornata impegnativa>>. Elesya ripose il dono nella bisaccia e avvolta dal caldo mantello, finalmente si addormentò.

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