venerdì 22 novembre 2013

Xera, la ragazza con la spada (pag.29)

I pensieri di Xera


Ho aperto gli occhi da pochi minuti e sento le mie palpebre pesanti e gonfie, come se non le avessi dischiuse da un secolo: per quanto tempo ancora, ho dormito, ma soprattutto dove mi trovo? Che sciocca, quasi dimenticavo, sono nella dimora di Chundra. La mia bocca è secca, ho tanta sete, vorrei bere dell’acqua per cancellare questo sapore ferroso, così intenso e rivoltante; non è la prima volta che provo questa sensazione: ricordo, infatti, quando avevo sette anni ed ero nei prati accanto alla mia casa, sferzando il vento con la spada, ricavata dal legno della vecchia culla; se ripenso al dispiacere che arrecai a mia madre, ancora mi sento male. 

Giocando con quella spada, dalle fattezze grezze, mi ferii con una scheggia; non fu tanto doloroso e ingenuamente pensai di curarmi, mettendo il dito graffiato in bocca: fu proprio allora che assaggiai, forse per la prima volta, il sapore del mio sangue, ma lo sputai subito dopo, perché quell'aroma per me era disgustoso. Adesso, come allora, provo lo stesso ribrezzo, tuttavia, non posso che chiedermi perché la mia bocca ha il sapore del sangue. 

La prima cosa che mi viene in mente è una probabile ferita, ma non avverto alcun dolore, solo un gran fastidio alla spalla destra, come se mi fossi bruciata in passato e ancora risentissi dell’ustione; con la mano cerco di raggiungere il punto preciso, ma riesco a toccare solo le bende che l’avvolgono. Mi rendo conto però, che non è la sola parte bendata del mio corpo, anche i miei polsi lo sono: delicatamente allora, scosto la medicazione, cercando lacerazioni che potessero giustificare quel gusto così nauseante, ma vi ho trovato solo dei lividi di cui, tuttavia, non mi capacito. Sono stanca di star distesa, piena di domande cui non so dare una risposta, è il momento per me di alzarmi e cercare i miei compagni, solo loro potranno risolvere i miei dubbi.

Ora che sono finalmente in piedi, noto che i miei vestiti sono logori ma rammendati al meglio, di sicuro c’è la mano di Elesya dietro queste cuciture così accurate, non riesco però, a starci a lungo, con la sola forza delle mie gambe, per cui appoggiarmi alle pareti della caverna è inevitabile; le mie energie sono agli sgoccioli, ma non voglio tornare a dormire, l’ho fatto fin troppo a lungo. Con tutti questi pensieri, non mi ero nemmeno resa conto di avere i capelli sciolti sulle spalle: sono molto più lunghi, rispetto a quando ci siamo imbarcati su Sylvia, adesso ricoprono quasi interamente la mia schiena; è facile dedurre allora, che non si è trattato di un semplice sonnellino ristoratore, proprio come temevo.

<<Xera, ti sei svegliata finalmente!>>, alzo gli occhi, in direzione dell’uscio e scorgo la mia amica, che mi guarda preoccupata e forse un po’ intimorita, ma perché? <<Si penso di aver dormito fin troppo per i miei gusti, non possiamo perdere altro tempo, dobbiamo riprendere il nostro viaggio, dove sono tutti gli altri?>>, Elesya ha uno sguardo così triste, <<Ho tante cose da dirti, amica mia, ma adesso devi tornare a letto, altrimenti potresti svenire ancora!>>, <<Sei forse sorda? Ti ho detto che sono stanca di dormire, voglio uscire da questa dannata caverna>>, no, no, no perché me la prendo con lei, è solo in pensiero per me. <<Scusami, non volevo farti arrabbiare, avviso Chundra del tuo risveglio>>, <<Aspetta Ely, non sei tu a doverti scusare>>. Sono una sciocca, perché ho reagito con così tanta rabbia, non ha senso tutto questo rancore che sento dentro, voglio bene a quella ragazza, perché farla scappare allora? Nei suoi occhi ho visto la paura, per la prima volta da quando la conosco; devo uscire da questo posto claustrofobico, ho bisogno di prendere una boccata d’aria.


Provo a camminare ma le vertigini si fanno più forti e perdo l’equilibrio: mi aspettavo di cadere, però non è successo, perché qualcuno mi ha afferrato in tempo. Non riesco ad aprire gli occhi, senza provare una forte nausea, così mi limito a tenerli chiusi, aspettando che il capogiro passi: sento il battito del suo cuore, è normale se si tiene poggiata la propria testa, sul petto di qualcuno, chi può essere? È più alto di me e con la mano, avverto sul suo torace un solco, forse una cicatrice. Provo allora a vedere se quanto percepito con il solo tatto, corrisponde alla realtà e mi accorgo che si trattava proprio di una cicatrice, sul petto di Rei. 

<<Chi è stato a farti questo?>>, ho paura della risposta che potrebbe darmi, che questa lesione sia collegata ai miei lividi? <<Non credi che mi renda molto più attraente? Si sa che le fanciulle abbiano un debole per gli uomini con cicatrici di guerra>> ecco il solito Reilhan, fastidioso e poco divertente, <<Non hai risposto alla mia domanda>>,<<Mentre la nostra guerriera riposava beatamente, qualcuno doveva pur fare la guardia, contro le bestie feroci della foresta>>. Non so perché ma la sua risposta non mi convince, forse a causa dei suoi occhi tristi; Reilhan è cambiato soprattutto nell'aspetto: il suo viso è provato, reduce forse da un periodo difficile, lo stesso che ho letto sul volto di Elesya, mi sento in colpa e non capisco perché.

 <<Per quanto apprezzi il corpo di una fanciulla tra le mie braccia, è il momento di tornare a riposare>>, non ho avuto il tempo di rispondergli come meritava, perché mi ha sollevato come fossi un fuscello, riportandomi delicatamente su quel giaciglio, accanto al fuoco. È la prima volta che un ragazzo mi prende in braccio, non mi ero mai sentita così vulnerabile come in questo momento, ma è inutile insistere perché hanno ragione, non sono ancora in grado di stare in piedi, devo purtroppo riposare. <<Da quando mi rimbocchi persino le coperte?>>, <<Da più di un mese ormai, anche se dubito che tu te ne sia resa conto>>, ha cominciato a fissarmi intensamente, come fa di solito, mettendomi non poco a disagio: mi sento sempre nuda, quando mi guarda così e lo detesto. 

<<Dimmi la verità, non mentirmi pensando a me come a una fragile fanciulla, posso accettare quello che tenti di nascondermi>>, <<Hai ragione, devi sapere la verità>>, odio quando si prende lunghe pause, <<Forza allora non perdere altro tempo>>,<<Xera, la verità è che … No non posso, sarebbe troppo doloroso per te>>, << Oh ma per favore! Sputa il rospo>>, perché tergiversa in questo modo, che cosa posso aver mai fatto, di tanto orribile? <<D’accordo, lo hai voluto tu però; Xera la verità è che tu … ebbene sì, tu russi! So che probabilmente sarà sconvolgente per te saperlo, ma sei stata tu a insistere; non temere tuttavia, sono un gentiluomo e preserverò questo tuo piccolo segreto>>. Alle solite, non si può mai essere seri con questo ragazzo, perché non ho la mia spada a portata di mano, quando sono alle prese con il suo lato divertente? <<Hai per caso visto, la mia arma?>>, <<Non ti preoccupare è al sicuro, lontana da certe persone che potrebbero utilizzarla in maniera scorretta, solo perché prive di senso dell’umorismo>>. 

Per quanto sia detestabile alle volte, mi sento meno spaventata adesso, dopotutto se scherza così a cuor leggero, forse non è accaduto nulla di grave. <<Vorrei parlare con Chundra, se fosse possibile: devo chiedergli del mio sigillo>>, ma Rei finge di non aver sentito e questo mi fa arrabbiare <<Hai capito quello che ti ho detto, stupido Curatore da quattro soldi>>, maledizione è successo di nuovo, ho persino dovuto mettermi le mani alla bocca per impedirmi di continuare, non ho più il controllo di me stessa. <<Ti chiedo scusa, non so cosa mi stia succedendo>>, perfetto adesso ci mancavano solo le lacrime, più patetica di così non si può. 

<<Non capisco di cosa stai parlando, io non ho sentito niente, prendi questo fazzoletto, il fumo del falò deve averti procurato fastidio agli occhi>>, piangere davanti a lui m’infastidisce, però è sempre meglio che insultare i miei amici. <<Grazie Rei>>, <<Non ti preoccupare, ti chiedo solo di lavarlo però, prima di restituirmelo … quell'espressione contrariata sul tuo volto mi è mancata, bentornata Testa Calda! Ora vado a chiamarti Chundra prima che tu mi faccia un’altra cicatrice … >>, << Che cosa hai detto?>> perché Reilhan ha cambiato espressione, spero di aver capito male, <<Nulla d’importante, stavo scherzando come al solito, riposa adesso>>, inutile non mi convince, quello che ha detto prima allora è vero, sono stata io a fargli quella lesione sul torace, ma non ne ho alcun ricordo. 

<<Sono stata io, vero? Ti prego, se tieni a me, rispondimi!>>, non ho nemmeno il coraggio di guardarlo in faccia, <<Se la metti su questo piano, devo forzatamente dirti di sì, ma allo stesso tempo risponderti di no>>, sono così confusa, le sue parole non hanno senso, <<Adesso basta! Tu Novizio, raggiungi la piccola maga qui fuori, devo parlare in privato con Xera, è il momento per lei di sapere che cosa ha fatto e di pagarne le conseguenze>>.

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