sabato 26 ottobre 2013

Xera, la ragazza con la spada (pag.22)

Dono & Maledizione

Reilhan e Xera non abbassarono la guardia, nonostante la bestia fosse stata placata dalla luce del sole: i loro cuori battevano ancora all'impazzata e l’adrenalina circolava nelle vene; fu solo quando Elesya li abbracciò che si resero conto dello scampato pericolo. I compagni finalmente si ricongiunsero, accertandosi che tutti stessero bene, <<Xera la tua ferita si è riaperta!>> disse l’amica preoccupata, notando la vecchia lacerazione sanguinare, <<Sto bene, non ti preoccupare>> la rassicurò <<Piuttosto Shùly come sta?>>, <<Non sembra essere cambiato nulla, ma il cuore batte sempre più lentamente; se non facciamo subito qualcosa, temo che la predizione di Chundra si possa avverare!>> spiegò Elesya affranta. Keldas, allora, si voltò verso l’Hulfùr pronto a dare nuovamente battaglia, ma questa volta Norwen lo afferrò in tempo << Che cosa pensi di fare? Rivolgerti in quel modo a una divinità … >>, l’arciere respirò profondamente, tentando di calmarsi <<avresti potuto farci uccidere tutti, quindi d’ora in poi lascia parlare noi>>. 

La giovane Leva sembrò calmarsi mentre il resto del gruppo cercò di trovare le parole giuste da usare con Chundra: ormai era chiaro che prendere le lacrime con la forza sarebbe stato inutile, <<Andrò io!>> disse Reilhan, <<voi restate indietro>>. Nessuno osò obiettare, la fermezza delle sue parole aveva convito anche il più scettico, così senza esitazione, percorse la breve distanza che lo separava dall’Hulfùr, trovandosi dinanzi alla divinità che stranamente sembrava dormire. Reilhan si schiarì la voce, << Sommo signore della Foresta …>>, ma tutto tacque, provò ancora una volta fingendo di tossire, << Potente Chundra, divinità della notte … >> ma nulla cambiò e la bestia continuò a dormire; allora il Novizio, non sapendo cos'altro fare, si girò verso i suoi compagni alzando le spalle e face capire loro che svegliarlo era impossibile, << Ti arrendi troppo facilmente ragazzo! >> disse Chundra aprendo gli occhi, <<Da come hai combattuto, ti credevo più temerario!>> continuò rincarando la dose. 

Il giovane Novizio non si fece però influenzare dalle provocazioni dell’Hulfùr e ancora una volta provò a parlare, <<Divino Chundra … >>, la bestia, infastidita, abbassò  di nuovo il capo e ritornò apparentemente a dormire << Non mi sono mai piaciuti i leccapiedi! Dimmi cosa vuoi e poi sparisci!>> replicò risoluto <<Signore … Vorrei … Noi vorremmo chiedervi …>>, <<Arriva al dunque!>> disse ringhiando, allora Reilhan senza timore chiese << Prestateci le vostre lacrime, così che la nostra amica possa essere risvegliata ... vi imploriamo!>> aggiunse, per evitare un nuovo attacco d’ira della bestia. <<Cosa vi fa pensare che queste lacrime possano curare la vostra amica?>> disse l’Hulfùr tornando a guardare il giovane Novizio << La speranza che una vecchia leggenda possa avere un fondamento di verità>> rispose il ragazzo << Voi ne siete già una prova, Signore!>> continuò prima che la divinità lo interrompesse. 

Chundra osservò il Novizio così intensamente da provocargli disagio, era come se gli stesse scrutando l’anima, poi distogliendo lo sguardo, fissò il resto del gruppo, soffermandosi in particolare su Xera. <<Non vi darò le mie lacrime!>> sentenziò, Keldas però, non poteva accettarlo così accorse al cospetto dell’Hulfùr, sfoderando la spada <<Allora me le prenderò con la forza!>> gridò a gran voce, ma la divinità lo immobilizzò senza nemmeno toccarlo, << Il tuo amore e la tua disperazione ti faranno compiere azioni stupide o peggio ti uccideranno>> proferì Chundra <<Chi più di me può comprenderti! Le lacrime, tuttavia, resteranno in mio possesso, voi non ne avete bisogno>>.

La giovane leva fece cadere la spada al suolo, in preda alla disperazione e allo stesso modo crollò pesantemente sulle ginocchia, tenendosi la testa fra le mani <<La tua amata ha una speranza!>> disse rincuorandolo, << Ma non la troverai nel mio lago o nelle mie lacrime: posso dirlo con certezza!>>, << Dove allora?>> chiese, <<Nel cuore di un compagno!>> dopo di che la bestia tornò a riposare. Tutti si guardarono perplessi a eccezione dei due Novizi che sembrarono essere gli unici ad aver capito le parole sibilline della divinità <<Che cosa avrà voluto dire? Io non capisco>> chiese Keldas dopo essersi ricongiunto alla sua Shùly, ma nessuno dei due capi gruppo disse nulla. <<Che cosa ci state nascondendo?>> domandò Xera, stanca di quel silenzio, suscitando la curiosità del resto dei compagni, 

<<La divinità si riferiva …>> ma Norwen non poté finire perché Reilhan lo interruppe, << Lascia parlare me, è giusto che sia io a dirglielo>>; le giovani leve erano molto perplesse, non comprendevano il motivo di tutta quella segretezza e si prepararono ad ascoltare le parole del loro amico.
<< Chundra è stato chiaro, le lacrime per noi sono inutili … o meglio lo sarebbero state>>, << Che cosa vuoi dire? Non ci sto capendo nulla!>> domandò Keldas confuso, << Lasciatemi spiegare e tutto vi sarà chiarito!>>  fece un gran respiro e ricominciò. <<Quando Chundra ha detto che “la speranza risiede nel cuore di un amico”, parlava di me!>> tutti lo osservarono stupiti <<Perché ne sei così sicuro Rei?>> chiese Elesya << Posso affermarlo per il semplice fatto che io sono … o meglio sarei voluto essere …>>, fece una breve pausa che sembrò interminabile per il resto dei suoi amici <<Cosa sei?>> domandò Keldas stanco di tergiversare, << Un Curatore! >>.

La giovane Leva istintivamente afferrò il Novizio per il bavero della camicia e iniziò a gridare a gran voce <<Eri un Curatore e per tutto questo tempo ci hai mentito?>> ma Norwen prontamente lo separò, seppur con difficoltà, da Reilhan, << Continua a spiegare Rei, prima che ti uccida con le sue stesse mani!>> gli consigliò l’arciere. << Non è una cosa di cui vado fiero!>> aggiunse il Novizio << Anche se vi avessi detto la verità, non avrei comunque potuto cambiare questa situazione>>, << Che cosa intendi dire?>>, <<Non sono in grado di utilizzare le preghiere della cura!>> confessò e tutti rimasero in silenzio sconvolti, <<Amico mio è la prima volta che te lo sento dire a voce alta!>> replicò Norwen .

<< Com'è possibile? Che razza di Curatore sei?>> aggiunse Keldas fuori di sé, <<Cerca di calmarti!>> gli disse Elesya poggiandogli una mano sulla spalla <<Lasciamolo parlare senza interromperlo o aggredirlo, sono sicura che Rei avesse delle valide ragioni per tenerci nascosta questa storia>>, la giovane Leva allora si limitò ad ascoltare. Reilhan spiegò ai suoi amici che sin da bambino, aveva sempre desiderato diventare un Chierico Curatore poiché, proprio uno di loro, lo allevò dopo essere stato abbandonato dalla sua famiglia. Parlò del suo primo approdo a Horsia, colmo di sogni e speranze: le stesse dei suoi compagni, ma che a lungo andare, si trasformarono in illusioni a causa delle dure prove a cui fu sottoposto. Quando finalmente pensò di essere pronto per l'esame finale con il vecchio Murdar, si recò al villaggio e la sua scelta, alla domanda posta dal saggio, fu chiara e senza ripensamenti <<“Io voglio essere un Curatore”, gli dissi sicuro di me>> spiegò il ragazzo, <<Ma quando mi consegnò la pergamena della preghiera, una delle più semplici in verità, la meglio conosciuta “Preghiera dell’Antidoto”, io non fui in grado di recitarla e qualcuno ne pagò le conseguenze>>. 

Le giovani Leve ascoltarono attentamente le parole del Novizio comprendendo i suoi sentimenti: Xera in particolare, solo allora capì perché Reilhan era così severo nei suoi confronti. <<Forse questa volta sarà diverso!>> disse speranzosa Elesya, << quel giorno è ormai lontano, tu sei diventato più forte e forse ora potresti riuscirci, provaci almeno per la povera Shùly>>. Reilhan non voleva deludere le speranze dei suoi amici e così si avvicinò alla fanciulla assopita, inginocchiandosi al suo fianco, chiuse gli occhi e in una strana lingua, iniziò a recitare una misteriosa litania. Passarono alcuni minuti dopo che ebbe finito, ma nulla cambiò: Shùly continuò a dormire e Reilhan, già consapevole di quel che sarebbe stato il risultato, disse << Ecco perché ho preferito tacere!>> e sconsolato si risollevò.

<<Non sono solito ripetermi, ma ti arrendi davvero troppo facilmente, ragazzo!>>, Chundra aveva osservato con molta attenzione l’insoddisfacente tentativo del Novizio e irritato dalla facilità con la quale aveva rinunciato a curare la sua amica, decise di intervenire, << Come pensi di ripristinare l’essenza di una persona, se nel tuo cuore dai per scontato un fallimento! Credi forse che un Fhian salti un precipizio, sapendo di cadere? In tal caso perché mettere a repentaglio la sua vita? I Fhian saltano dirupi e precipizi perché sanno di poter arrivare dall'altro lato, incolumi; non ci sono incertezze nei loro cuori e allo stesso modo, anche tu non devi averne!>>. Chundra raggiunse il ragazzo e si sedette al suo fianco, << Provaci ancora e questa volta non dimenticare chi sei!>>, Reilhan occupò nuovamente il posto accanto a Shùly, chiuse gli occhi e per la seconda volta intonò l’arcana nenia, imponendo le mani sulla fanciulla. 

Mentre recitava la Preghiera Antidoto, avvertì uno strano calore circoscritto ai palmi delle mani, seguito da una luce che le avvolse: non era molto intensa e lentamente si trasferì sul corpo di Shùly sino a ricoprirla interamente; “Io sono un Curatore”, pensò e continuò a ripeterselo per tutto il tempo della preghiera sino all'ultima sillaba. Pian piano la luce si affievolì fino a sparire del tutto, così come quell'intenso calore alle mani; la cura era conclusa e invitando la giovane Leva a occupare il suo posto, si allontanò, lasciando riservatezza ai due innamorati. 

Keldas sollevò il capo della fanciulla con estrema delicatezza, avvicinando il suo viso a quello di Shùly per accertarsi che stesse bene, proprio allora la ragazza si svegliò. Colmo di felicità, le disse <<Ho temuto di non rivedere i tuoi splendidi occhi azzurri>>, Shùly allora, guardando il suo amato rispose <<La prossima volta che vorrai farmi un regalo, accertati che non sia mortale o ti perseguiterò come fantasma per l’eternità!>>. Tutti rimasero stupiti, “chi lo avrebbe mai detto che una fanciulla dall'aspetto così delicato, potesse essere un simile peperino” pensarono, << Bentornata mia amata Shùly, nemmeno la morte ha saputo renderti più dolce, a quanto pare!>> le disse abbracciandola, <<Sono contento, tutto sommato, perché è questa la donna di cui mi sono innamorato>> e sorridendo la baciò. <<Bisogna festeggiare!>> disse Norwen in preda all'euforia <<Che ne pensate di una bella festa? Naturalmente anche voi siete invitato, mio Signore!>> aggiunse l'arciere per ingraziarsi la divinità. << Oh! Abbiamo ritrovato il nostro Capo Donnaiolo! Che fortuna!>> disse ironizzando Shùly << Adesso oltre ai regali del mio fidanzato, devo anche controllare che nessuna bella donna si avvicini a noi o a pagarne le conseguenze sarò sempre io, … anche se a quanto pare è troppo tardi! A proposito voi chi cavolo siete? E perché questa tipa strana, mi sta stritolando come fossimo vecchie amiche?>> continuò rivolta a Elesya che, felice per il suo risveglio, l'abbracciò.

 Ci fu una risata generale e pian piano le narrarono tutte le avventure vissute mentre era assopita, Shùly ascoltò con molta attenzione e alla fine del racconto, le sembrò davvero di conoscere quelle persone da lungo tempo: comprese i gesti affettuosi di Elesya e la ringraziò per le premure che le aveva riservato. Un ringraziamento speciale andò a Reilhan e quando si voltò per far la stessa cosa con Xera, vide la ragazza ricurva su se stessa, in preda a strane convulsioni.

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