domenica 7 luglio 2013

Xera, la ragazza con la spada (pag. 5.1)

Dopo aver terminato tutti i preparativi, Xera finalmente andò a letto e senza nemmeno cambiarsi prese subito sonno, passarono tuttavia solo alcune ore e la ragazza si ridestò, era troppo emozionata per continuare a dormire.

Nella piccola dimora, c’era un profondo silenzio, interrotto solo dal respiro di sua madre che dormiva nella stanza di sotto. Ancora distesa, Xera cercava di immaginare come sarebbe stato il suo viaggio, ma soprattutto, cosa avrebbe fatto Annabell in sua assenza, fu allora che una grande tristezza la avvolse. Il timore di lasciare la donna sola, stava seriamente compromettendo la decisione di partire per Horsia, poi però ricordò i sacrifici fatti per permetterle di partecipare alla competizione, il suo dovere era almeno di provarci, per non rendere vane le fatiche della madre.

Risoluta più che mai, si alzò di scatto dal letto, si lavò il viso e sistemò i suoi capelli con il fiocco prediletto, raccolse lo zaino e per non sbagliare strada, mise in tasca la mappa che aveva sfogliato la sera prima, purtroppo Xera non aveva un grande senso dell’orientamento e capitava spesso che si perdesse persino in prossimità di casa. Decise di intraprendere il viaggio senza attendere l’alba, poiché sarebbe stato troppo doloroso salutare Annabell. Pensò di scriverle una lettera invece, che sua madre avrebbe poi potuto leggere con calma, una volta sveglia.

Ci mise un po’ ma quando la terminò, fu contenta di aver preso quella decisione e posandola sul tavolino accanto al letto, mise lo zaino in spalla, finalmente pronta per partire. Preferì uscire dalla finestra che dava sul fienile, per non svegliare sua madre. Le bastò fare un rapido salto per atterrare sul fieno per gli Yak, che ormai abituati all’irruenza della ragazza, non ebbero alcuna reazione. Xera guardandoli, con un sorriso beffardo, disse loro 
<<godetevi la mia assenza sciocchi grassi animali, poiché è l’ultima volta che ci vedremo!>> e dopo averne accarezzato uno, aprì il cancello che chiudeva il recinto e si incamminò verso il portale, senza voltarsi.


L’unico modo che conosceva per dire addio, era cantare e con la sua voce melodiosa salutò quelle terre intonando la canzone dei Pillim.

1 commento:

  1. LA COSA SI FA INTERESSANTE NON MI RESTA CHE ATTENDERE LA PROSSIMA PAGINA
    BRAVA......

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